Le due facce del 2019 secondo Robeco

Markus Spiske, Unsplash
Markus Spiske, Unsplash

Un anno a due facce con turbolenze che interesseranno i mercati globali. Un contesto in cui investire significa, sempre di più, avere una prospettiva di lungo periodo improntata alla prudenza. Léon Cornelissen, chief economist di Robeco, in Italia per presentare l’outlook per i prossimi dodici mesi della casa di gestione olandese, riassume così le qualità necessarie per affrontare i mercati nel 2019. Gli elementi di criticità non risultano infatti particolarmente rilevanti se considerati separatamente. L’attuale pausa della Fed nel processo di innalzamento dei tassi sta aiutando i mercati, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si mantiene a livelli sostenibili, il calo della produzione industriale in Germania è perfettamente superabile da un’economia europea nel complesso solida in grado di affrontare anche il nodo Brexit e tensioni populiste diffuse.

L’economia dunque, secondo Robeco, continuerà a crescere a livello globale nel 2019 sia nei mercati sviluppati che nei mercati emergenti. “L’economia americana vedrà invece - afferma Cornelissen - un rallentamento nel 2019 principalmente per la minor spinta fiscale rispetto al 2018”. D’altro canto il 2019 rappresenta un anno sufficientemente lontano dalle prossime presidenziali e dunque adatto ad azioni sostanziali da parte dell’amministrazione Trump in aiuto all’economia. Uno dei temi disponibili è quello delle infrastrutture che potrebbe rappresentare un collettore di investimenti.

La vera fonte delle preoccupazioni di investitori e analista, la fine del ciclo economico, non si mostrerà nel 2019, ma “è chiaro – afferma Cornelissen - che il contesto di investimento potrebbe cambiare radicalmente nei prossimi cinque anni”. Gli investitori devono dunque prepararsi per tempo alla conclusione della più lunga fase di espansione dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi, anticipando i cambiamenti alle porte. “Gli investitori - prosegue il chief economist di Robeco – non devono dimenticare che la pazienza è una virtù e che ci sono ancora opportunità per raccogliere premi per il rischio nelle principali asset class”.

Ancora equity in portafoglio

L’allocazione per i prossimi dodici mesi dovrà, secondo gli analisti della casa di gestione olandese, preferire ancora l’azionario rispetto all’obbligazionario. In particolare, l’equity dei mercati emergenti ed europeo saranno da preferire inoltrandosi nel 2019, mentre l’obbligazionario high yield continuerà a non essere attrattivo da un punto di vista di valutazioni. L’attuale posizione neutrale su credito e obbligazionario emergente è destinata a cambiare in negativa per il primo e positiva per il secondo. Nel complesso il differenziale di crescita tra Paesi sviluppati e emergenti è destinato ad aumentare. “A meno di colossali errori politici - spiega Cornelissen - non ci sarà un eccessivo inasprimento della guerra commerciale globale e la Cina aiuterà il rimbalzo degli emergenti che attualmente scambiano nel complesso a sconto”.