Mentre tutti guardano ai governativi europei, il T-Bond zitto zitto…

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Cristina Gottardi, Unsplash

Il 2018 è iniziato all’insegna di una serie di movimenti d’inversione che hanno interessato diverse asset class, tra cui il comparto dei governativi a tasso fisso nel quale si è assistito a un generalizzato aumento dei rendimenti: BTP 2%, Portogallo 1,92%, OAT 1%, Bund 0,67% con l’unica eccezione della Spagna che anche in seguito all’upgrade da parte di S&P da BBB ad A- ha stretto fino al livello attuale di 1,39%.

Una dinamica che, come fanno notare gli esperti di Marzotto SIM, “se in Europa è abbastanza chiara e imputabile all’incertezza sulla fine del QE negli USA merita degli approfondimenti visto il movimento del T Bond”. Il decennale americano, infatti, è passato da un livello di rendimento del 2,40% circa all’attuale livello di 2,7%, “il movimento più brusco tra i governativi di Paesi evoluti da inizio anno”, commentano dalla società.

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La ragione, secondo gli esperti, è imputabile allo stato più avanzato del processo di normalizzazione dei tassi in USA rispetto all’Europa. “Il fatto che il mercato si attenda ulteriori rialzi nel corso dell’anno, almeno due volendo essere cauti, alimenta ulteriormente le probabilità che il rendimento del T Bond possa salire fino alla soglia psicologica del 3%”.

Un’ipotesi che se dovesse concretizzarsi potrebbe dare avvio a un processo di riallocazione che potrebbe, a detta degli esperti, rendere ‘improvvisamente’ più attraenti le obbligazioni a scapito delle azioni che hanno piene valutazioni e vengono da circa 7 anni di espansione.

“Se il livello del 3% di rendimento del T Bond dovesse essere approcciato, riteniamo ragionevole l’entrata nel titolo anche in considerazione del basso livello valutativo del cambio EUR/USD a 1.23 che potrebbe presumibilmente apprezzarsi in seguito al differenziale dei tassi Europa/USA (+170 bp. a favore dei tassi swap a 10 anni USA)”, spiegano.

Ulteriore elemento di spinta per il rendimento del T Bond potrebbe essere dato dalle aspettative d’inflazione che in caso di dati superiori alle aspettative di mercato potrebbero spingere in su sia il rendimento che il cambio EUR/USD.

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