Alla ricerca di rendimenti sui titoli di Stato USA: i TIPS battono i Treasury

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Commento a cura di Simone Rosti, responsabile UBS ETF Sud Europa.

Dal 2000 i TIPS hanno sovraperformato i Treasury nominali del 15% cumulativo (cfr grafico), sul benchmark all-maturity. L’unico periodo caratterizzato da una significativa sottoperformance dei TIPS è stata la corsa alla liquidità in occasione del picco della crisi finanziaria del 2008, che ha spostato il pareggio sotto zero, seguito da un improvviso recupero.

Grafico: Performance dei TIPS e dei Treasury nominali
(rendimento totale mensile, dati da maggio 2000 a febbraio 2017):

UBS

Guardando alla performance dello scorso anno, vediamo chiaramente due fasi. La prima metà del 2016 è stata favorevole ai titoli a lungo termine (sia TIPS che nominali), in linea con lo scenario caratterizzato da bassi rendimenti più a lungo termine. Successivamente – e in particolare a seguito dell’elezione di Trump – si è registrato un aggiustamento considerevole delle aspettative di inflazione, che ha portato i TIPS a sovraperformare i Treasury nominali in maniera piuttosto significativa, in particolare nella parte lunga.

Nel corso dell’anno scorso, i TIPS con maturity a 1-10 anni e a 10+ anni hanno generato rendimenti del 2,5% e del 3,9% rispettivamente, a fronte di un rendimento dei Treasury nominali del +0,5% e del -5,3% rispettivamente, per le stesse maturity in quel periodo. In altre parole, il recente aggiustamento delle aspettative di inflazione ha favorito i TIPS rispetto ai Treasury.

Come scegliere l’esposizione ai titoli di Stato USA
Gli investitori che acquistano Treasury US devono scegliere tra Treasury nominali e TIPS, ma anche tra duration del portafoglio a breve e lungo termine. La scelta ottimale poggia sulle loro aspettative e preferenze. Un investitore che prevede che l’inflazione sarà più alta del previsto dovrebbe favorire i TIPS rispetto ai Treasury nominali. Occorre comunque fare alcune precisazioni. La maggior parte degli investitori si interessa ai consumi reali ed è avversa al rischio riguardo all’inflazione. Il risultante pareggio di inflazione integrato nei TIPS potrebbe pertanto essere spinto oltre l’inflazione attesa, per via di questo premio di assicurazione dell’inflazione. È tuttavia interessante notare che i TIPS sono meno liquidi dei Treasury convenzionali, fattore che quindi suscita un relativo premio all’illiquidità, benché ciò sia meno rilevante per gli investitori a lungo termine.

I TIPS a breve termine hanno storicamente replicato più da vicino l’inflazione rispetto ai TIPS a lungo termine, in quanto questi ultimi sono soggetti a maggiori rischi legati ai tassi di interesse reali. In altre parole, i TIPS a più breve termine sono più adatti agli investitori che vogliono replicare più da vicino l’inflazione realizzata e che sono maggiormente preoccupati dal livello dei tassi reali, mentre i TIPS a lungo termine sono più adatti a investitori che desiderano preservare il potere di acquisto reale sul lungo termine e che sono meno preoccupati dal livello dei tassi reali.