Battere l’inflazione con emissioni indicizzate e duration brevi

Graziella Cioffi, notizia
Graziella Cioffi, immagine concessa (Groupama AM)

CONTRIBUTO a cura di Graziella Cioffi, head of Wholesales & Distribution Developpement Commercial Italie di Groupama AM. Contenuto sponsorizzato.

Dopo Stati Uniti e Regno Unito, nelle ultime settimane il controllo dell’inflazione è diventato di estrema attualità anche in Europa, con un livello su base annua passato dall’8,1% di maggio all’8,6% di fine giugno. Questo spinge la Bce ad agire, con un primo rialzo dei tassi di 25 punti base a luglio, seguito da un secondo rialzo a settembre. E intanto, sull’altra sponda dell’Atlantico, con un’inflazione che ha toccato i massimi da quarant’anni, la Fed conferma il proprio approccio aggressivo con un rialzo dei tassi di 75 punti base, il più alto dal 1984. L’obiettivo comune delle Banche centrali è ridurre l’enorme liquidità immessa sui mercati in relazione alla pandemia. Un elemento comune al rialzo dell’inflazione globale è l’aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare quelle alimentari ed energetiche. “Bisogna fare una distinzione tra aumento dei prezzi e inflazione”, ha dichiarato recentemente Richard Thaler, premio Nobel per l’economia, durante una sua recente visita in Italia. I rincari sono da imputare alla fase contingente dovuta alla ripresa post-Covid e ai fattori geopolitici che impattano sugli approvvigionamenti, ma non abbiamo ancora traccia di un’inflazione dei salari. Anche quando le attuali tensioni dovessero rientrare, sarà però difficile ottenere un rapido ritorno dell’inflazione verso il 2%, obiettivo delle principali banche centrali. Una volta superato il picco, previsto intorno alla fine dell’anno, bisogna chiedersi quale sarà il percorso dell'inflazione. Il mercato si sta posizionando per un rapido ritorno a livelli inferiori al 4% negli Stati Uniti e al 3% nell'Eurozona già nel 2023, ma gli economisti di Groupama Asset Management prevedono un'inflazione strutturalmente più elevata nei prossimi anni rispetto al periodo pre-covid.

È ormai impossibile negare che il ritorno dell'inflazione sia un fenomeno duraturo e non più transitorio. Sta iniziando un nuovo regime inflazionistico che porta con sé un aggiustamento dei mercati finanziari, in particolare quelli a reddito fisso. La combinazione tra fattori a breve termine (persistenti incertezze sui prezzi delle materie prime e rallentamenti nelle catene di approvvigionamento) e a medio termine (una domanda ancora superiore all'offerta e l'innesco di una spirale prezzi-salari) lascia supporre che la situazione richiederà del tempo per normalizzarsi. Tutto ciò ci porta a ritenere che l'inflazione si posizionerà strutturalmente in una fascia compresa tra il 3 e il 5% nei prossimi anni e crediamo che il mercato del reddito fisso, prevedendo un'inflazione vicina agli obiettivi della Fed e della Bce già dal prossimo anno, non tenga ancora pienamente conto di questo nuovo paradigma.

La propensione degli investitori a proteggersi da una deriva al rialzo delle aspettative di inflazione non sembra attenuarsi. Sono quindi necessarie soluzioni di investimento specifiche per affrontare il nuovo contesto di mercato, diversificando il proprio portafoglio obbligazionario con emissioni indicizzate all'inflazione. Soprattutto titoli a breve scadenza permettono di trarre vantaggio da un'inflazione realizzata superiore alle aspettative del mercato, limitando al contempo il rischio di duration, penalizzante in un contesto di tassi d'interesse in crescita.

Per rispondere alla situazione di estrema incertezza sul mercato del reddito fisso, a inizio anno Groupama Asset Management ha lanciato il fondo G Fund - Global Inflation Short Duration, una soluzione a gestione attiva che investe in obbligazioni indicizzate all'inflazione con scadenze brevi, senza vincoli geografici. L'obiettivo è sovraperformare il benchmark Bloomberg World Government Inflation Linked Bonds 1-5 anni con copertura in euro sull'orizzonte d'investimento consigliato. Il fondo segue un approccio Esg ed è classificato art. 8 della Sfdr. Investe per almeno l’85% in titoli investment grade, con una scadenza massima di cinque anni e una duration media di portafoglio di tre anni. La scelta di avere un prodotto con duration più corta rispetto all’offerta di mercato, costituita principalmente da fondi che investono in titoli su scadenze lunghe, è stata determinata dalla volontà di offrire agli investitori una protezione dall'inflazione, riducendo al contempo il rischio di perdita del capitale.

Il team di gestione responsabile del fondo è in contatto costante con il team di ricerca economica per determinare le previsioni di inflazione sulle diverse scadenze e in ogni area geografica. Queste previsioni sono poi confrontate e analizzate con il consensus del mercato per individuare eventuali opportunità.

Dal lancio, la strategia ha registrato una performance positiva in una fase in cui l'intero universo obbligazionario è sotto stress. In questo periodo, infatti, le obbligazioni inflation-linked a breve scadenza hanno beneficiato di un effetto di trascinamento dell'inflazione che ha compensato l'effetto negativo della duration. Il portafoglio, che copre un universo di investimento globale, è esposto per circa due terzi agli Stati Uniti e per la restante parte principalmente ai paesi europei, dove ci si aspetta che i tassi reali recupereranno con ritardo. Nonostante l’inflazione più elevata negli Usa, in questa fase l’esposizione ai titoli americani offre ancora vantaggi.

In generale, nell'attuale contesto le pressioni inflazionistiche sostengono la parte breve della curva, mentre i banchieri centrali dovrebbero continuare a inasprire le misure, pesando sulla parte più lunga della curva. La protezione offerta dalle scadenze brevi è essenziale per gli investitori che devono adattarsi a un contesto economico e geopolitico complesso e in rapida evoluzione, caratterizzato dall'aumento della volatilità che colpisce gli asset finanziari in un periodo di normalizzazione monetaria.