Le dinamiche inflazionistiche dei ME non sono in sintonia con quelle degli Stati Uniti. Secondo la view di Ricardo Adrogué il disallineamento tra ME e Stati Uniti rappresenta un'opportunità interessante per gli investitori. Contenuto sponsorizzato da Barings.
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CONTRIBUTO a cura di Ricardo Adrogué, head of Global Sovereign Debt and Currencies, Barings. Contenuto sponsorizzato da Barings.
Poiché l'inflazione e la crescita economica degli Stati Uniti si sono confermate sorprendentemente solide dall'inizio di quest'anno, anche i tassi d'interesse locali dei mercati emergenti (ME) sono saliti (Figura 1). Tuttavia, le dinamiche inflazionistiche dei ME, a differenza dei rispettivi tassi locali, non sono in sintonia con quelle degli Stati Uniti, soprattutto se si considera che l'inflazione di questi paesi ha continuato a decelerare e ha ormai raggiunto gli obiettivi delle banche centrali o vi è molto vicina. Riteniamo che questo disallineamento rappresenti un'opportunità potenzialmente interessante per gli investitori.
Figura 1: differenziale dei tassi tra ME e Usa
I ME anticipano gli USA sul fronte dell'inflazione
Il disallineamento tra ME e USA è in parte attribuibile alla reazione decisamente più rapida della maggior parte delle banche centrali dei mercati emergenti all'accelerazione dell'inflazione nel 2022. Molti istituti di emissione del mondo emergente hanno infatti aumentato i tassi d'interesse più velocemente e in anticipo rispetto alla Federal Reserve statunitense. Ad esempio, il tasso d'inflazione medio dei ME (Turchia esclusa) era del 9,3% quando l'inflazione ha raggiunto il picco negli Stati Uniti nel giugno 2022 (Figura 2). All'epoca il tasso di riferimento medio nelle economie emergenti era del 4,7%, a fronte di un tasso di interesse reale del -4,6%, sulla base dell'inflazione passata. Nello stesso periodo il tasso di riferimento degli Stati Uniti era dell'1,2%, a fronte di un tasso reale del -7,8%, sulla base dell'inflazione passata.
Figura 2: inflazione e tassi d'interesse nei ME e negli Usa a confronto
A marzo 2024 l'inflazione nei mercati emergenti è scesa al 3,6%, mentre i tassi ufficiali nominali si attestavano al 6,8%, un livello ancora più elevato rispetto a giugno 2022, facendo raggiungere ai tassi reali il 3,2%. A titolo di raffronto, il tasso reale statunitense era dell'1,9%.
È quanto illustrato nella Figura 3, che mostra la correlazione a 2 anni tra l'inflazione nei paesi emergenti e negli Stati Uniti. Se nei ME l'aumento dei prezzi continua a diminuire, il tasso d'inflazione negli Stati Uniti ha evidenziato un appiattimento negli ultimi nove mesi, riducendo la stretta correlazione registrata nel 2022 tra l'inflazione delle economie emergenti e quella statunitense e portandola su livelli più bassi e normalizzati rispetto al passato.
Figura 3: correlazione tra inflazione nei ME e negli Usa
Aumento delle riserve internazionali dei ME
A sostegno dell'ipotesi di una possibile opportunità di investimento vi è l'andamento delle riserve internazionali dei ME, le cui scorte hanno evidenziato un aumento piuttosto costante negli ultimi 18 mesi. La Figura 4 mostra l'incremento dello stock di riserve internazionali detenute dai 18 paesi inclusi nel campione (Turchia esclusa), insieme alla nostra stima del tasso di accumulo annuale aggiustato per la valutazione. Più precisamente, poiché il dollaro statunitense si è apprezzato negli ultimi anni e le riserve delle banche centrali sono state diversificate al fine di includere valute diverse dal biglietto verde, abbiamo stimato l'"effetto flow" dell'accumulo di riserve aggiustato per gli effetti di valutazione, ossia tenendo conto della diminuzione del valore delle riserve in divise diverse dal dollaro statunitense detenute dalle banche centrali negli ultimi anni.
Un altro modo di esprimere lo stesso concetto è che, data la loro composizione, le scorte di riserve internazionali dei ME sono aumentate anche tenuto conto degli effetti di valutazione. In ultima analisi, per gli investitori ciò significa che le economie emergenti stanno registrando afflussi che potrebbero suggerire rendimenti potenzialmente positivi in futuro. In particolare, l'aumento delle riserve in valuta estera riflette i flussi positivi netti complessivi verso l'universo emergente, che non provengono necessariamente solo da investimenti di portafoglio ma anche da investimenti diretti. Inoltre questi afflussi, uniti al differenziale dei tassi d'interesse tutt'ora ampio tra le economie emergenti e quelle dei mercati sviluppati, rafforzano ancora di più l'attrattiva delle divise dei ME. In particolare, riteniamo che determinate valute come il real brasiliano, la rupia indonesiana e il rand sudafricano offrano valutazioni interessanti e un carry elevato.
Figura 4: aumento delle riserve internazionali dei ME
Conclusioni
Alla luce del contesto più rischioso con cui sono alle prese i mercati, dall'incertezza politica che caratterizzerà il resto dell'anno alle crescenti minacce geopolitiche, il debito dei ME in valuta locale ha subito una forte correzione da dicembre 2023. Tuttavia, date la divergenza delle dinamiche inflazionistiche tra i paesi emergenti e gli Stati Uniti e l'aumento delle riserve internazionali nei primi, tale correzione sembra essersi tradotta in un'allettante opportunità di acquisto nel debito emergente in valuta locale.
Solo per investitori professionali/istituzionali. Il presente documento non deve essere distribuito o utilizzato da Investitori al dettaglio/individuali. Le previsioni contenute nel presente materiale si basano sull'opinione di Barings in merito al mercato alla data di preparazione e sono soggette a modifiche senza preavviso, in funzione di numerosi fattori. Qualsiasi previsione, proiezione o pronostico non è necessariamente indicativo del futuro o della probabile performance. L'investimento comporta dei rischi. Il valore degli investimenti e il reddito generato possono diminuire o aumentare e non sono garantiti da Barings o da altri soggetti. I RISULTATI PASSATI NON SONO NECESSARIAMENTE INDICATIVI DI QUELLI FUTURI. 23/3606755