Democrazia finanziaria

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La crisi finanziaria ha cambiato molte cose per gli investitori. Dopo la corsa verso la sicurezza come reazione iniziale alla crisi, ora il cerchio sembra chiudersi. Asset sicuri come i Titoli di Stato o i depositi di risparmio non sono più interessanti ormai, in quanto offrono una remunerazione scarsa e meno sicurezza per gli investitori. È un vero dilemma, soprattutto per gli investitori retail più piccoli, la cui strategia di investimento è ora meno semplice, poiché sono costretti a spostare il denaro in aree di investimento più complesse come i corporate bond, le azioni e i fondi absolute return. 

Inoltre, l’introduzione in Europa della direttiva MiFID II cambierà il modo in cui le banche offrono servizi alla clientela e gli operatori più attenti stanno già adeguando i servizi di conseguenza. Una delle principali innovazioni indotte dalla nuova direttiva e dall’esigenza di diversificazione è la strutturazione dei servizi di gestione di portafoglio rivolti ai clienti retail. Tradizionalmente questi servizi erano offerti soltanto alla clientela private con un minimo di 500.000 euro da investire. ABN AMRO nei Paesi Bassi, ma anche Intesa Sanpaolo (attraverso Eurizon Capital) in Italia, sono stati i precursori di questi cambiamenti. Offrono servizi di gestione patrimoniale alla propria base di clientela retail, che per la prima volta può avvalersi di un servizio professionale per una gestione modulare dell’intero portafoglio di investimento. La banca fornisce servizi di asset allocation, selezione di fondi e esecuzione di ordini in un’unica piattaforma online prontamente accessibile o tramite la rete tradizionale degli sportelli.

Il Quantitative Easing e le modifiche normative stanno cambiando l’offerta di servizi di asset management proposta dalle banche ai piccoli investitori, che risulta ora di qualità migliore e più facilmente accessibile. Viste le cifre in gioco, possiamo tranquillamente affermare che queste nuove modalità di offerta rappresentano uno spartiacque per l’industria degli investimenti europei e per i suoi clienti. Un numero rilevante di investitori si sta spostando dai depositi di risparmio e i titoli governativi a un portafoglio ben più diversificato, segnando un imponente cambiamento strutturale nella cultura dell’investimento dell’Europa continentale.