L’effetto Quantitative easing della Banca centrale sta finendo? È questa la domanda che probabilmente molti investitori si sono posti alla luce dei forti movimenti che si sono riscontrati un po’ su tutti i mercati alla fine del mese di aprile. A risentirne, infatti, non sono stati soltanto i rendimenti dei titoli di stato dell’Eurozona, ma anche le performance delle Borse della stessa area geografica, che hanno registrato ribassi rispetto al trend positivo di inizio anno, compresa Piazza Affari che ha perso un po’ di smalto. Persino il rafforzamento del dollaro sulla moneta unica ha visto una pausa momentanea. L’opinione del team gestionale di Anima è che i mercati azionari e in generale, trasversalmente, le asset class più rischiose - comprese quindi le obbligazioni societarie e specialmente gli high yield - continuano ad essere quelle su cui puntare. Anzi, complice proprio il contributo della politica ultra espansiva della Bce alla ripresa economica nell’Eurozona, la rotta non va cambiata e conviene continuare a seguire il flusso della liquidità. Il quadro di riferimento, dunque, non si è deteriorato; tuttavia, le nubi che si intravedevano all’orizzonte si sono manifestate e allo stato attuale la volatilità resta ancora dietro l’angolo.
Di qui, nel medio termine, la scelta di Anima di continuare all’interno dei suoi fondi a privilegiare le Borse europee e ancora una volta il Giappone (dal momento che la Banca centrale nipponica ha confermato la sua politica monetaria accomodante), pur alleggerendo leggermente tutte le posizioni, alla luce delle possibili fasi di tensione. In primo luogo, infatti, anche se i progressi si riscontrano e il dialogo sta proseguendo in modo costruttivo, resta in sospeso la trattativa fra il governo greco e i vertici europei (BCE, Commissione UE e Fondo monetario internazionale)
per evitare il default della Grecia: l’elemento che crea maggiore tensione è rappresentato dalla situazione di cassa del Paese, dal momento che la Grecia non è in grado di far fronte a tutte le proprie spese senza gli aiuti della Troika. In più, a causa anche dell’incertezza politica, il ciclo economico si presenta nuovamente peggiorato.
Mantenere la rotta in mezzo alla volatilità

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