Analisi a cura di Fabrizio Fiorini, Responsabile degli Investimenti e Vice Direttore Generale di Pramerica SGR.
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Analisi a cura di Fabrizio Fiorini, Responsabile degli Investimenti e Vice Direttore Generale di Pramerica SGR.
Il mese di marzo ha evidenziato la prosecuzione della fase di risk-on sui mercati che, iniziata nella prima parte dell’anno, si è caratterizzata per un recupero degli indici azionari e corporate e per una discesa dei tassi governativi. Questo movimento ha annullato le perdite che si erano registrate nella parte finale del 2018, quando si erano accentuati i timori di un quadro recessivo a livello globale. Chiusa la fase nella quale da uno scenario di recessione gli operatori si sono resi conto che le prospettive economiche puntavano verso un semplice rallentamento, se ne apre un’altra nella quale sarà fondamentale definire la tipologia, l’ampiezza e la profondità del rallentamento in atto. In questo senso sarà necessario verificare l’andamento macro, soprattutto, in relazione agli indici di fiducia delle varie aree. Inoltre, nel periodo di riferimento dovrebbe delinearsi in maniera definitiva l’accordo commerciale fra Washington e Pechino. Anche la Brexit troverà una sua definizione che, alla luce della votazione del Parlamento, dovrebbe evitare la possibilità che si verifichi una Hard Brexit. Tutti questi elementi ci daranno una misura del grado di rallentamento e ci permetteranno di definire un probabile range nel quale i mercati, soprattutto azionari, si andranno a muovere nella seconda parte dell’anno.
Per quanto concerne la strategia di investimento, le asset class che hanno già espresso dei movimenti di recupero coerenti con uno scenario di rallentamento vanno ridotte gradualmente attraverso un approccio fondato sul metodo e la disciplina. Viceversa, le asset class che esprimono ancora prezzi coerenti con uno scenario recessivo vanno mantenute con posizioni in linea a quelle della prima parte dell’anno.
Più in dettaglio, le asset class che sono già andate a prezzare uno scenario di rallentamento sono le seguenti:
▪ Azioni: nella parte finale dell’anno scorso, i mercati sono scesi sulla base dei timori legati a una possibile recessione, per poi recuperare in modo rapido nella prima parte del 2019 quando questi timori si sono ridotti in maniera significativa. La presa di profitto su questa asset class è già iniziata e continuerà in modo graduale, soprattutto nelle fasi caratterizzate da un movimento dei mercati verso la parte alta del range.
▪ Corporate: questa asset class mostra analogie con le azioni, anche se gli spread non hanno ancora completamente metabolizzato questa dinamica di rallentamento.
Le asset class che non esprimono ancora nei prezzi questo tipo di scenario sono le seguenti:
▪ Valute: la dinamica del dollaro non appare ancora coerente con il fatto che il differenziale di crescita fra gli USA e il resto del mondo è destinato a chiudersi e, perciò, nella seconda parte dell’anno il tasso di cambio dovrebbe iniziare a spostare il suo baricentro verso il livello di 1,20.
▪ Governativi Core (Bund tedesco): nonostante lo scenario attuale, il decennale tedesco esprime rendimenti negativi che appaiono ancora lontani dai livelli coerenti con una dinamica di rallentamento. Per questo è opportuno mantenere le posizioni corte in termini di duration.
In un’ottica di cross-asset, lo spostamento verso una minore rischiosità del portafoglio può concretizzarsi in maniera efficiente riducendo la componente azionaria e aumentando quella relativa ai corporate, che all’interno dell’attuale contesto macro mantengono una certa attrattività.