Un'altra convinzione del chief strategist della società è che i mercati emergenti possano essere la sorpresa positiva della seconda metà dell'anno, con alcune condizioni.
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La tradizionale strategia di alternanza tra il mercato azionario globale e quello obbligazionario non funziona più. A dirlo è Luca Paolini, chief strategist, Pictet AM. In altre parole, secondo lo specialista, la domanda che l'investitore deve porsi non è se vuole avere un reddito più o meno variabile nel suo portafoglio, ma piuttosto quali azioni o quali obbligazioni detenere. "Devi adottare un'asset allocation regionale", spiega l'esperto
La sua tesi è ben spiegata nel grafico seguente, che riflette il rendimento aggiuntivo del mercato azionario di una regione rispetto al suo titolo di Stato. Come si può notare, vi è un elevato grado di divergenza tra le valutazioni dei titoli statunitensi e quelle di altre regioni. Se assumiamo che le attuali aspettative per i prossimi 12 mesi si concretizzino, le azioni statunitensi possono fornire il 3% in più rispetto ai buoni del Tesoro statunitensi a 10 anni. Ma in Europa, Regno Unito, Regno Unito, Giappone e Cina questa variazione può variare dal 6 all'8 per cento. La media a lungo termine è di circa il 5 per cento.
Per questo Paolini si impegna ad affrontare l'asset allocation da una prospettiva regionale all'interno di ciascuna asset class. Ad esempio, nel reddito fisso si vede più valore nel debito del Tesoro statunitense e persino nel debito societario investment grade in dollari. Al contrario, non ha una posizione favorevole sulle azioni statunitensi e preferisce le azioni di Giappone, Cina ed Europa, dove vede più potenziale.
Emergenti in grado di sorprendere
Un'altra convinzione di Paolini è che i mercati emergenti possano essere la sorpresa positiva del secondo semestre. Certo, dovrà essere soddisfatta una doppia condizione: che ci si trovi al culmine dell'inflazione e che la crescita si stabilizzi. Sebbene non l'esperto non raccomandi di investire completamente nei mercati emergenti, poiché sarebbe necessaria la certezza che l'economia globale non sia diretta verso la recessione, questa esposizione è possibile attraverso il debito societario dei mercati emergenti di alta qualità con una bassa sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse. Soprattutto dalle economie esportatrici di materie prime. Gli esperti di Pictet AM si dicono inoltre positivi verso un'esposizione indiretta attraverso il settore minerario, in particolare l'Europa, che è fortemente dipendente dalla domanda cinese.
Geograficamente, il Brasile si distingue tra le economie emergenti. L'aggiustamento della politica monetaria in Paesi proprio come il Brasile ha probabilmente raggiunto il limite. Quindi Paolini è tatticamente positivo sui bond brasiliani. Al contrario, non sceglie il debito della zona euro, poiché la Banca centrale europea difficilmente abbasserà i tassi di interesse, spiega, anche se ci fosse una recessione.