Il calo nel prezzo del petrolio da sopra 100 dollari al barile a metà 2014 a sotto 30 dollari a inizio 2016, ha rappresentato un movimento molto significativo, che ha influenzato le previsioni sull’inflazione e le azioni delle banche centrali di tutto il mondo. A un livello attorno ai 30 dollari al barile, società e Paesi produttori di petrolio si sono trovati sottoposti a tensioni che hanno influenzato direttamente la performance dei mercati finanziari in quei settori e in quei Paesi. Dato che le previsioni sugli utili per le compagnie legate al petrolio hanno comiciato a finire sotto pressione, e i mercati finanziari in generale hanno interpretato i prezzi inferiori del petrolio come un segnale di una possibile sostanziale decelerazione della crescita economica (soprattutto in Cina), la correlazione tra petrolio e mercati azionari ha toccato nuovi massimi, con i prezzi del petrolio che hanno reggiunto livelli di tensione. La forte correlazione tra la performance del mercato finanziario e il greggio quindi, proviene con tutta probabilità dall’influenza dei prezzi del petrolio sulle aspettative dell’inflazione e dalla sua relazione con la crescita economica.
Petrolio e obbligazionari high yield: una correlazione positiva

Carsten ten Brink, Flickr, Creative Commons
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