Per comprendere come approcciarsi ai mercati è fondamentale l’analisi del contesto macroeconomico, che negli ultimi mesi è diventato sempre più complesso. Ci troviamo infatti in un periodo storico in cui l’aumento dell’inflazione e dei tassi potrebbe associarsi ad un rischio di rallentamento economico. Un quadro davanti al quale si trovano anche le banche centrali che, “da un lato sono tentate ad intervenire in maniera abbastanza aggressiva per tenere a bada la crescita delle aspettative d’inflazione, dall’altro devono agire con cautela per evitare spinte recessive in un contesto che si è ulteriormente aggravato con lo scoppio della guerra in Ucraina, specie in l'Europa. Per questo il ruolo della Bce, in questo momento, è molto più delicato di quello della Fed”, commenta Mauro Giangrande, head of Passive Sales EMEA South di Xtrackers, DWS Group. Una volta analizzato il contesto, come intervenire sui portafogli? “A inizio anno l'andamento dei flussi testimoniava un approccio value, infatti abbiamo visto diversi acquisti sui nostri ETF financial, industrial, materials, mercati emergenti (molti sono legati al discorso delle materie prime), indici value e commodities. Con lo scoppio della guerra e le ripercussioni sul mercato delle materie prime, gli investitori valutano i rischi di un possibile rallentamento economico con maggior cautela, per cui abbiamo iniziato a osservare dei movimenti più difensivi: ad esempio uno spostamento verso il fattore quality, il settore healthcare, titoli USA e per quanto riguarda le obbligazioni, un ulteriore posizionamento sugli inflation linked”, prosegue Giangrande. “Soprattutto in Europa, se la Bce non sarà eccessivamente aggressiva, il rischio è che le aspettative di inflazione crescano di più di quello che il mercato si aspetta. Se dovesse essere così, i titoli indicizzati all’inflazione si troveranno nel loro contesto ideale”, conclude il manager.
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