Savona: nel fintech servono norme comuni e inclusive

Abel Perez, Unsplash

La conferenza “Regulating innovation in the financial system to power resilient recovery”, organizzata dalla Consob nell’ambito del G20, è stata l’occasione per un nuovo “memento” da parte del presidente dell’Autorità di vigilanza, Paolo Savona, sulle potenzialità e i rischi insiti nella digitalizzazione finanziaria e sulle ricadute per gli investitori. Un’opportunità già espressa da Savona la scorsa estate quando, nel discorso in apertura dell’incontro annuale con il mercato finanziario, aveva sottolineato le difficoltà legate alla regolamentazione delle innovazioni finanziarie, spingendosi a definire l’informatica finanziaria come “una lampada prodigiosa” dalla quale era venuto fuori “il Genio”. In una seconda occasione Savona aveva denunciato come le criptovalute stiano alterando il mercato del credito e vengano utilizzate “anche per fare contratti derivati”, con tutto il corollario di conseguenze negative legate a un eccessivo sviluppo di questi prodotti.

PUNTI CIECHI NORMATIVI

Parlando dei tre temi principali che interessano il settore, “regolamentazione, innovazione e sostenibilità finanziaria”, il presidente ha sottolineato lo scollamento tra operatori di mercato e capacità delle autorità pubbliche di correre abbastanza in fretta. Con uno sguardo al settore, Savona parla di “asimmetria informativa” che “mina la concorrenza efficiente”. L'innovazione tecnologica nella finanza può “esacerbare questa asimmetria” ed è ora allargata anche agli imperativi ambientali, sociali e di governance (ESG)”.

INCLUSIONE E RISCHI

Nello sviluppo di prodotti, tecnologie e nuovi attori sul mercato, si insinua anche un incremento dei rischi legato alla possibilità di “punti ciechi normativi”. Savona individua due criticità: una frammentazione delle azioni in capo ai regolatori e un’asimmetria nella definizione delle regole, “poiché le agenzie di regolamentazione nazionali e internazionali spesso rispondono in modo diverso a priorità e mandati diversi”. Il presidente paventa il rischio di “miscuglio” di framework normativi esacerbato anche dall’apertura alla finanza di molti Paesi (in particolare i Paesi in via di sviluppo). Da qui la necessità di avere una visione più chiara anche sulle tematiche sociali e sostenibili e l’avvio di “nuove sfide normative”, dal momento che fino a poco tempo fa le gli standard finanziari globali “hanno raramente considerato questi valori nel loro ambito”.

Tuttavia la tecnologia finanziaria non apre solo all’inclusione ma reca in dote una serie di minacce su “privacy, competitività, integrità e la stabilità del sistema macroeconomico generale”. Ilfintech, dai roboadvisor alla tecnologia blockchain, impongono che “i regolatori dovrebbero essere all'altezza della sfida”, individuando il giusto equilibrio tra innovazione e rischio.  

TRE ELEMENTI PER UN CAMBIO DI PARADIGMA NORMATIVO

“Tre elementi sono necessari per condurci verso questo cambiamento di paradigma normativo”, dice ancora Savona: sperimentazione, trasversalità e coordinamento internazionale. In primo luogo il presidente Consob sostiene che “la regolamentazione dovrebbe essere considerata come una fonte complementare di innovazione”, da qui anche le recenti aperture dell’Authority con la creazione di un digital innovation hub, un acceleratore, un facilitatore dell'innovazione e una regulatory sandbox “tutti i laboratori di sperimentazione” sviluppati dalla Consob. Per quanto riguarda l’approccio trasversale, il presidente auspica una riorganizzazione del lavoro dei regolatori e della necessità di “abbattere le barriere che attualmente si creano tra le agenzie di regolamentazione specializzate”. In questo contesto, riemerge il problema dei crypto asset “Utilizzare un quadro normativo internazionale per affrontare il problema della crescita e dello sviluppo delle criptovalute sul mercato è uno di questi problemi da affrontare”, dice Savona.

Infine, il terzo punto, riguarda una proposta all'interno del vertice del G20 perché si compia un passo in avanti nell’evoluzione degli High-level Principles for Digital Financial Inclusion redatti team tecnico della Global Partnership for Financial Inclusion all’interno del G20. “Ho parlato finora del nuovo ruolo di un quadro normativo e di come questo ruolo sia la pietra angolare nello sviluppo dell'innovazione. Così facendo, la regolamentazione può quindi trascendere i confini tradizionali ed espandere il proprio mandato per incorporare l'inclusione finanziaria e la sostenibilità”. Da qui la spinta a un nuovo modo di intendere la finanza. “Vorrei quindi proporre che questa conferenza sia l'occasione per riflettere sulla necessità di lanciare una nuova conferenza internazionale sulle questioni finanziarie e monetarie – conclude Savona –, e di farsi carico in modo proattivo e regolare le innovazioni tecnologiche sotto l'egida di una finanza sostenibile e inclusiva per tutti”.