Schmidt (GSAM), il vantaggio dei modelli data-driven per individuare le società di qualità

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Hania Schmidt, executive director e lead Equity Client portfolio manager EMEA, GSAM

Un mix di tecnologia e fattore umano per individuare le migliori opportunità dell’azionario globale. Questa la filosofia alla base del Global CORE® Equity Portfolio, soluzione di punta di Goldman Sachs AM, che ha ottenuto nel 2020 il rating ‘B’, Blockbuster, di Funds People. Il portafoglio del fondo è costruito a partire dell’analisi dei Big Data grazie a sofisticati sistemi di machine learning. L’ultima parola spetta comunque ai gestori, che supervisionano il processo avvalendosi della qualità dei loro giudizi: “Il team Quantitative Investment Strategies (QIS) utilizza modelli di investimento data-driven che valutano le società quotate di tutto il mondo in maniera oggettiva, attraverso temi di investimento basati sui fondamentali e supportati da motivazioni di tipo economico”, spiega Hania Schmidt, executive director e lead equity client portfolio manager per gli EMEA di Goldman Sachs AM. "La nostra filosofia  consiste nell’identificare le società di elevata qualità con valutazioni interessanti che godono di un sentiment positivo sul mercato e che traggono vantaggio dai trend economici globali", afferma il manager. 

Sono quattro i pilastri nell’identificazione delle realtà su cui puntare. Si parte dall’identificazione di aziende con dei Business Model di Elevata Qualità (High-Quality Business Models o HQBM), che generano ricavi di alta qualità, sono sostenibili e in linea con la remunerazione del management. Il secondo è il Fundamental Mispricing (FM), che consiste nell’acquistare aziende di elevata qualità a un prezzo equo che possono generare solidi risultati di lungo periodo. Fondamentale è anche l’analisi del Sentiment (SA), per ottenere indicazioni strategiche sulle performance future. Infine l’ultimo caposaldo, denominato Temi e tendenze (T&T), prende in considerazione tendenze specifiche che hanno un impatto sulle aziende di tutto il mondo, derivanti da fonti di dati alternative.

Movimenti in portafoglio

Ne deriva un approccio il cui focus principale è di tipo bottom-up, al quale la selezione dei paesi di tipo top-down comporta deviazioni moderate, in quanto il fondo punta ad avere un’esposizione settoriale e geografica simile a quella del benchmark, l’MSCI World. “A fine luglio eravamo ancora moderatamente sovrappesati su Stati Uniti, Giappone e Italia e sottopesati su Canada, Regno Unito e Francia. A livello settoriale eravamo modestamente sovrappesati nei settori healthcare e servizi di comunicazione, mentre eravamo sottopesati nei settori industriale e finanziario”, evidenzia Hania Schmidt. Le prime 5 posizioni in portafoglio appartengono tutte al mercato USA ed ai big del tecnologico, nello specifico Apple, Alphabet, Microsoft, Amazon e PayPal. “Non puntiamo ad ottenere un’esposizione verso quei paesi che non rientrano nell’universo d’investimento del portafoglio. L’elevata esposizione agli Stati Uniti deriva dalla posizione dominante del paese nell’indice MSCI World”, spiega il portfolio manager. Nel crollo dei mercati del primo trimestre il Global CORE Equity Portfolio ha dimostrato una buona capacità di resilienza e da inizio anno ad oggi (al 31 luglio 2020), il fondo sta offrendo agli investitori guadagni positivi. “I segnali di investimento dinamici relativi al tema di investimento T&T hanno prontamente colto i trend associati ai titoli azionari colpiti dalla pandemia. Alcune delle nostre metriche alternative di redditività, che fanno leva su fonti di dati relativi, ad esempio, agli acquisti con carta di credito, al foot traffic - ovvero il numero di visite presso gli store fisici - e al traffico web, hanno subito evidenziato gli effetti immediati delle misure di lockdown a livello regionale. Di conseguenza, il portafoglio era ben posizionato per cogliere le nuove opportunità che si sono presentate nella fase di chiusura e successiva riapertura delle economie”, afferma Hania Schmidt.

Criteri ESG

Le considerazioni relative ai fattori ESG sono incorporate nel processo di investimento, sia direttamente che indirettamente. Esempi di considerazioni ESG ‘dirette’ possono essere la misurazione della qualità della gestione aziendale valutando il grado di soddisfazione dei dipendenti e la riduzione dell’esposizione alle aziende che ottengono risultati deludenti rispetto ad alcuni parametri relativi alle emissioni di carbonio. “Inoltre, molti aspetti che possono rientrare nella definizione di ‘ESG’ vengono incorporati indirettamente attraverso i nostri fattori. Ad esempio, abbiamo diverse metriche che valutano la corporate governance all’interno dell'HQBM”, spiega il gestore. “Abbiamo riscontrato come alcune metriche ESG che riflettono i nostri quattro temi d’investimento siano state utili per identificare alcune società che hanno sovraperformato il mercato e quindi possono aiutarci nel processo selezione delle azioni. La nostra ricerca ha testato la capacità di queste metriche di stimare i rendimenti in diversi periodi di tempo e, potenzialmente, in vari mercati. Solo quando la nostra intuizione sull’efficacia di una particolare metrica viene convalidata da prove empiriche la includiamo nei nostri modelli di investimento”, conclude Hania Schmidt.