I recenti movimenti dei mercati obbligazionari sono stati di portata storica. Il bond americano a due anni è passato dal 5% dell'8 marzo al 3,9% della settimana successiva. Questi movimenti sono paragonabili solo a quelli avvenuti durante la crisi sistemica del 2008. Le ragioni sono ovvie: sulla scia del recente fallimento di tre banche regionali statunitensi (legate a start-up californiane o a criptovalute), gli investitori dubitano dello stato di salute di altre banche in difficoltà, come Credit Suisse in Europa o la First Republic Bank negli Stati Uniti. Si sono precipitati su asset privi di rischio e sono fuggiti dagli asset bancari, compresi quelli più solidi.
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