Superare le aspettative con il ritorno dell’inflazione

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Thomas Hawk, Flickr, Creative Commons

In genere, la società non gradisce innalzamenti dei prezzi, ma un livello accettabile di inflazione è comunque importante per le economie sviluppate, dato che, storicamente, questo coincide con un salutare ritmo di attività economica e di occupazione. Lo scenario più problematico è invece quello contrario, ovvero la deflazione. Quando questa si verifica, nessuno compra oggi con l’aspettativa che i medesimi prodotti saranno più economici domani, ed è qui che arriva la recessione; negli anni ’90 infatti, la deflazione ha portato al “lost decade” giapponese.

Le banche centrali moderne, hanno il compito di puntare a bassi livelli di inflazione annuale; per la BCE questo target è inferiore, ma vicino, al 2% per le 19 economie dell’Eurozona. Tuttavia, negli anni recenti, la banca centrale non si è avvicinata al raggiungimento di questo livello, nonostante l’iniezione di centinaia di miliardi di euro nel sistema finanziario tramite il QE, processo, in teoria, inflazionistico.

Sorpresa

Ora, le cifre mostrano che l’inflazione sta tornando. In gennaio 2017, l’inflazione dell’Eurozona era all’1,8%, che è di fatto inferiore, ma vicino, al 2%, mentre quella complessiva statunitense registrava già il 2,1% in dicembre. Mettendo a confronto l’indice global bond yield con un aggregato di indici di inflazione sorpresa dei mercati sviluppati, si nota se il livello riportato di inflazione era inferiore o superiore rispetto a quanto prevedevano gli economisti. In un mercato efficiente, e forward-looking, come quello dei bond, ciò che realmente importa sono le sorprese ai consensi sulle aspettative di inflazione; sono queste sorprese che scatenano poi una reazione nei prezzi dei bond. Ed è proprio quello che si è visto recentemente.

Le forze deflazionistiche sono ancora qui

Perché la reflazione rimanga un grande tema di mercato nel 2017, bisogna continuare a vedere queste sorprese inflazionistiche positive per mantenere l’attenzione degli investitori, ma ci sono alcuni ostacoli a riguardo. In primo luogo, i consensi delle aspettative inflazionistiche sono state adeguate verso l’alto in risposta a maggiori indici di inflazione, sollevando il tasso di ostacolo per possibili sorprese future. Dato che gli economisti sono diventati più esperti nel capire i movimenti dei prezzi, la capacità per una sorpresa positiva sta diminuendo, e ciò ha un impatto sul mercato sempre minore. In secondo luogo, la reflazione che stiamo vivendo potrebbe essere quella che Donald Trump chiama ‘fake news’. Le recenti sorprese inflazionistiche infatti, possono essere principalmente ricondotte alle sorprese dell’inflazione complessiva statunitense, causata dal rialzo dei prezzi energetici su base annuale.

Il presidente della BCE Mario Draghi, ha anche ripetutamente indicato che la banca centrale “guarderà attraverso” questo lieve miglioramento temporaneo nell’inflazione complessiva, solo con una stretta politica monetaria, se questa risulta essere autosufficiente, e si manifesta nell’inflazione core. Ma l’inflazione core aumenterà solo se i più alti prezzi energetici sono in grado di innescare i cosiddetti “second round effects”.

Ma la Cina?

La Cina potrebbe ancora rimanere una forza deflazionistica per l’economia globale, nonostante l’aumento dell’inflazione domestica. Ciò è confermato dalle aspettative di raggiungimento dell’inflazione dato che queste sono ancora al di sotto dei target della banca centrale.

Il migliore inflation linked Consistente Funds People 2017

Nella lista dei fondi con marchio Funds People 2017, rientrano cinque prodotti inflation linked, tre con rating Blockbuster e due con rating Consistente. Tra questi, a performare meglio nel 2017 è il Consistente Funds People Schroder ISF Global Inflation Linked Bond, con l’1,23% di YTD. Il fondo rientra nella categoria degli obbligazionari internazionali governativi, e gestisce masse total pari a circa 1,18 miliardi di euro. Gestito dal team composto dai portfolio manager Thomas Sartain, James Lindsay-Fynn e Paul Grainger, il comparto racchiude titoli con qualità del credito e sensibilità ai tassi alte, e mira a conseguire una crescita del valore del capitale e un reddito, investendo in obbligazioni indicizzate all'inflazione. I gestori investono almeno due terzi del patrimonio in obbligazioni indicizzate all'inflazione aventi un rating creditizio investment grade o sub-investment grade emesse da governi, agenzie governative, organismi sovranazionali e società di tutto il mondo. Le obbligazioni inflation linked offrono una protezione contro gli effetti dell'aumento dei prezzi, poiché solitamente, sia il valore dell'importo preso in prestito che i pagamenti degli interessi, si muovono in linea con i prezzi al consumo. Il comparto può inoltre utilizzare derivati al fine di generare guadagni di investimento, ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente, nonché detenere liquidità.

I fondi inflation linked con marchio Funds People 2017

FONDO SOCIETÀ YTD (IN EURO) MARCHIO FUNDS PEOPLE
Schroder ISF Glbl Infl Lnk Bd Schroders 1,23 C
Interfund Inflation Linked Fideuram SGR 0,67 B
Fonditalia Inflation Linked Fideuram SGR 0,56 B
KBC Bonds Inflation-Linked Bonds KBC -1,80 C
Eurizon Bond Inflation Linked Eurizon Capital SGR -1,86 B

Fonte: Morningstar Direct.