Taschini (Anima): “Attività del fund selector centrale in uno scenario ancora guidato da fattori macro”

Stefania Taschini
Foto Enrico Frascati per FundsPeople

Una sfida duplice. Da un lato quella di un mercato guidato, in tempi recenti, “sempre più da fattori macro economici e sempre meno da fattori micro”. Dall’altro il settore stesso della fund selection che si confronta con un’altra bipartizione: quella della gestione attiva/passiva. Un’alternanza, la definisce Stefania Taschini responsabile della divisione multi-manager di Anima SGR, che si allaccia alla “forte crescita rilevata negli anni scorsi del numero di fondi passivi ed ETF”. Nel colloquio con FundsPeople presso la sede della società che si affaccia lungo Corso Garibaldi a Milano, la professionista collega questa alternanza alla prima sfida citata: la prevalenza dei fattori macro che si è tradotta, nel passato recente, “nel lunghissimo periodo di forte emissione di liquidità da parte delle banche centrali, il QE, che ha contribuito alla difficoltà nella generazione di alfa da parte dei gestori attivi all’interno dei propri portafogli”. Un elemento che si protrae. Ma con un’inversione. “Oggi anziché di QE si parla di QT. Il contesto tuttavia è lo stesso: un mercato guidato da fattori esogeni che rendono più difficile gestire i portafogli in maniera attiva guardando ai fondamentali delle società”. Alla luce di questa difficoltà, Taschini richiama la centralità dell’azione del fund selector: “È il nostro ruolo che deve essere sempre più attivo, nel prestare attenzione a cosa si seleziona, nell’attenta due diligence sul prodotto da inserire nei portafogli”. Qui entra in gioco anche la capacità di individuare, in determinate classi di attivo, strategie a più basso tracking error, “con una sempre maggiore attenzione ai costi per il cliente finale”.