Toschi (J.P. Morgan AM): "I mercati non saranno così sorpresi di fronte a una recessione"

Maria Paola Toschi News
Maria Paola Toschi, immagine concessa (J.P. Morgan AM)

Un 2023 difficile per l’economia, ma migliore per i mercati. È questo il messaggio racchiuso nell’outlook per il prossimo anno di J.P. Morgan AM. I fattori negativi che penalizzano le attività economiche sono ben noti: la recessione in arrivo, l’inflazione che seppur in rallentamento resta su livelli elevati e le politiche aggressive di rialzo dei tassi delle banche centrali che, dopo i recenti meeting di Fed e Bce, sembrano destinate a durare più a lungo del previsto. Ma secondo l’analisi della casa di gestione, la buona notizia in questo scenario difficile è che buona parte della negatività di questo contesto e prezzata dai mercati. Una conseguenza scaturita delle pesanti correzioni della quasi totalità delle asset class nel corso del 2022.

“Il prossimo anno sarà probabilmente un anno difficile per l'economia”, avverte Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan AM. “La combinazione dell’aumento dei tassi sui mutui e dei prezzi dell'energia potrebbe causare una recessione nei mercati sviluppati”, osserva la strategist. “Tuttavia, è probabile che il prossimo anno i mercati non saranno così sorpresi di fronte a una recessione", continua. "Alla fine di settembre 2022, l'indice S&P 500 era sceso del 25% dal suo picco. Questo ampio sell-off ha portato alcune società con un forte potenziale degli utili a valutazioni molto basse.

Inflazione

L’andamento dell’inflazione rimane un interrogativo chiave per il 2023. Soprattutto il quesito è se inizierà a calare con il rallentamento della crescita economica. Il recente rapporto sull’indice dei prezzi al consumo CPI negli Stati Uniti, più contenuto del previsto per il secondo mese consecutivo, fa ben sperare sul fatto che l’inflazione negli USA abbia raggiunto il picco. Eppure, ammette Toschi, l’incertezza sulla velocità con cui l’inflazione si ridurrà pone molte sfide. “L’inflazione è un tema globale. Risulta vicino ai massimi un po’ ovunque nel mondo ad eccezione della Cina che a causa dei lockdown prolungati è in una fase del ciclo diversa”, spiega Toschi. “Il panico da inflazione nel prossimo anno è destinato a rientrare gradualmente”, prosegue. “Ciò avverrà nonostante al momento le politiche monetarie delle banche centrali non stanno avendo impatti su alcuni indicatori chiave dell’economia reale. Ad esempio, negli USA l’occupazione è ancora robusta e la scarsità di alloggi mantiene alta l’inflazione”, spiega. Diverso è il caso dell’Europa. Nel Vecchio Continente l’inflazione sarà più resistente per i prezzi elevati dell’energia. Secondo Toschi nonostante gli sforzi fatti dall’UE per aumentare le scorte e rendersi indipendente dal gas russo quello dei costi energetici sarà un tema dominante anche per il prossimo anno. E dall’andamento dei tassi di inflazione dipenderanno le decisioni di politica monetaria delle banche centrali. “La reazione delle banche centrali è stata coordinata e aggressiva”, spiega Toschi. “Ci aspettiamo che verrà mantenuto questo approccio”, avverte la strategist.

Mercati

Secondo Toschi il 2022 ha creato le condizioni per un ritorno ai fondamentali e la fine di un periodo iniziato dopo la grande crisi finanziaria in cui sulle valutazioni hanno influito pesantemente le iniezioni di liquidità delle banche centrali. “La correzione di quest’anno ha in qualche modo ripulito i mercati da questa distorsione dei prezzi”, commenta. Un segnale di questo cambio di regime nell’analisi di J.P. Morgan AM è ravvisabile nel reddito fisso. Le obbligazioni sono infatti tornate sotto i riflettori e offrire rendimento dopo anni di tassi anemici. “Potranno tornare a essere de-correlate dalle azioni e a svolgere il loro tradizionale ruolo di diversificazione nei portafogli”, osserva Toschi.

Per quanto riguarda l’equity, secondo Toschi la rotazione verso i titoli value continuerà anche nel 2023 ma le sovraperformance offerte rispetto al growth saranno minori, rendendo necessario un approccio più bilanciato tra le due componenti azionarie.

Inoltre, in previsione di ulteriore volatilità, alcune strategie difensive come quelle incentrate sulle società ad alti dividendi possono risultare vincenti. “Pensiamo che i titoli azionari income possano avere un anno positivo, con i dividendi che si dimostrano più resistenti degli utili”, dice Toschi. Infine, nello scenario di base del gestore nella prospettiva di un dollaro meno forte, i mercati emergenti risultano particolarmente interessanti.