Le Banche centrali si stanno muovendo con velocità diverse. I gestori si aspettano un euro più debole nel brevissimo, ma secondo gli osservatori, a fine anno anche il dollaro perderà la sua forza.
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La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi d’interesse dello 0,25 per cento a giugno. Una mossa che il mercato ormai si aspettava da tempo. Il taglio dei tassi però è stato fatto in un contesto inflattivo non del tutto favorevole. Appena prima della decisione presa dalla BCE, i dati sull’inflazione in Europa hanno evidenziato un leggero rialzo.
Annual inflation rate - April
Il positivo dato dell’indice dei prezzi al consumo pubblicati il 12 giugno rimette la Fed nelle condizioni di orientarsi verso un taglio dei tassi precauzionale nel corso dell'anno, così da poter tener lontane le prospettive di una recessione. “Tuttavia, in questa fase, non c'è cosa più importante della credibilità della Fed per mantenere salde le aspettative di inflazione, l'attività economica robusta e i mercati finanziari favorevoli”, spiega Ashwin Alankar, head of Global Asset Allocation and Portfolio Manager di Janus Henderson. “Finché non si vedranno prove più evidenti di disinflazione, sia in termini di ampiezza che di profondità, la tendenza odierna è a favore di un taglio preventivo piuttosto che di una svolta nella politica della Fed verso un approccio accomodante”.
Una BCE dovish
La BCE mantiene un tono molto dovish e questo dovrebbe favorire una certa debolezza dell'euro nei prossimi mesi. Secondo Álvaro Sanmartín, Chief Economist, Amchor IS, ci sono tre aspetti da considerare: “Guardando a 6-9 mesi di distanza, il dollaro presenta più rischi di ribasso che di rialzo rispetto all'euro, in primo luogo, perché è fondamentalmente apprezzato, in secondo luogo, perché la situazione fiscale degli Stati Uniti è chiaramente peggiore di quella della media dell'eurozona; in terzo luogo, perché è sempre più chiaro che il differenziale di crescita tra Stati Uniti ed Europa si sta riducendo sensibilmente rispetto a quanto accadeva nel 2023”, spiega.
Euro VS Dollaro
Le attese sullo Yen
Un’altra valuta importante da tenere sotto controllo è lo Yen. Secondo Mark Dowding, CIO, BlueBay Fixed Income, RBC BlueBay Asset Management la deflazione è alle spalle del Giappone e l'inflazione sembra aver raggiunto un punto di sostanziale stabilità intorno al 2 per cento.
Lo spettro di una reflazione sta portando a un sentiment più rialzista sui titoli giapponesi e su alcune parti del mercato immobiliare. Con le famiglie giapponesi che dispongono di molta liquidità, sembra che la generazione perduta stia iniziando a crescere e questo dovrebbe contribuire a sostenere la ripresa economica. A ciò contribuiscono anche le riforme strutturali nel settore delle imprese e il cambiamento degli atteggiamenti della società, ad esempio in materia di immigrazione. “In base a questa visione economica, ci aspettiamo che la BoJ normalizzi la sua politica nel corso del prossimo anno. Per questo motivo, prevediamo un apprezzamento dello yen nel medio termine. Lo yen è molto sottovalutato da molti punti di vista”, conclude il gestore.