Il nuovo anno dovrebbe vedere una crescita mondiale, ma l’importanza dei temi politici che domineranno stanno al centro della scena. La SGR fa il punto e spiega le sue scelte d'investimento.
Nel computo di fine anno, in aggiunta a una propria visione strategica in merito al 2017 appena arrivato, anche gli esperti di Arca Fondi SGR fanno il punto sui mercati finanziari, a partire dall’andamento di dicembre, dalle perfomance registrate nei 12 mesi appena trascorsi e dalla posizione dei gestori in merito al prossimo futuro.
Dicembre, come ricorda Alberto Zorzi, responsabile direzione investimenti, è stato un mese positivo per l’azionario globale (+2,8%). Su base annua il guadagno ha sfiorato quasi i 9 punti percentuali mentre il dato mensile risente molto del grande ribalzo dei mercati europei (+6,1%) che riporta la performance di inizio anno a quasi 8 punti percentuali. Milano si distingue sia su base mensile (+13%) sia annuale (-6,5%), un dato che ha risentito fortemente delle cifre rosse dei titoli bancari. Sul reddito fisso invece i dati sembrano invariati mentre l’indice globale è salito di circa tre punti percentuali. “Sono i titoli più rischiosi, quelli non governativi, ad avere performance migliori: su base annua sale al 9% l’indice che misura il rendimento dei mercati emergenti denominati in valuta forte e del 5% in rendimento delle obbligazioni societarie con merito di credito elevato”, aggiunge Zorzi. In merito alle valute il 2016 sarà certamente ricordato per le difficoltà della sterlina rispetto all’euro, che perde circa 14 punti percentuali.
L’importanza dei temi politici che domineranno il 2017 stanno al centro della scena.“A breve si insedierà la nuova amministrazione americana e nel corso dell’anno sono in programma importanti elezioni in Europa, tra queste quelle presidenziali in Francia, in primavera, e quelle politiche in Germania”, ricorda Zorzi. “Non possiamo escludere poi delle elezioni anche in Italia mentre in primavera ci saranno le prime negoziazioni per l’uscita dall’Ue del Regno Unito”. Insomma un’agenda politica molto incerta che interferirà almeno occasionalmente con le scelte d’investimento. “Ciò premesso l’anno che è appena iniziato dovrebbe vedere una crescita mondiale in miglioramento in termini nominali, frutto sia di maggiore crescita della produzione di beni e servizi che di una contenuta crescita del tasso d’inflazione”, continua l’esperto. “Sono questi fattori che denotano un maggiore dinamismo delle economiche, frutto di politiche fisclai meno improntate all’austerità se non addirittura allo stimolo e della politica monetaria espansiva deli ultimi otto anni”.
Il responsabile investimenti di Arca Fondi SGR si sofferma proprio sul programma della Banca centrale europea e sulla decisione di estendere gli acquisti fino al 2017. “Gli acquisti diminuiscono da 80 a 60 miliardi mensili, ma a conti fatti significa altri 780 miliardi di acquisti nel 2017, ai quali ne seguiranno almeno la metà nel 2018 nel peggiore dei casi, cioè quello in cui verso la fine dell’anno si dovesse cominicare a parlare del cosiddetto tapering”. “È velleitario”, continua Zorzi, “speculare in questa fase sulla fine del programma, molto dipenderà dall’andamento dell’economia che a sua volta risentirà del ciclo elettorale. Per il momento le scelte d’investimento devono guardare, sempre in ottica molto tattica, le attività rischiose, privilegiando le strategie flessibili e quelle non direzionali”.