Anima SGR: attenti all'Europa (e all'Italia)

2800960558_3c807a50ba_z
foto: autor Ilaria Coradazzi, Flickr, creative commons

Quest'estate i risparmiatori hanno di certo approfittato della calma agostana delle Borse per rilassarsi qualche giorno in più. Di certo, rispetto all’anno scorso quando la Cina bruciava trilioni di dollari, i mercati sono rimasti tranquilli, in attesa di capirci meglio sulle nuove politiche fiscali in vista da parte dei governi e delle banche centrali. Sia gli indici obbligazionari sia quelli azionari non si sono mossi in modo rilevante durante il mese, caratterizzato anche da volatilità molto bassa. Adesso però è il momento di riaccendere i riflettori: da una parte le prossime riunioni della Fed, dall’altra i prossimi appuntamenti elettorali, primo su tutti le elezioni presidenziali negli Stati Uniti il prossimo 8 novembre. I mercati scontano una vittoria di Hillary Clinton, anche perché se vincesse Donald Trump l’incertezza potrebbe prendere il sopravvento.

In questo quadro generale, al momento, secondo gli esperti di Anima SGR, bisognerebbe privilegiare l’asset class azionaria “grazie al supporto offerto dalle politiche monetarie e fiscali delle principali banche centrali e le attese di un miglioramento delle stime sugli utili, soprattutto nell’area statunitense”.“Resta sotto la lente la situazione relativa alle quotazioni delle materie prime”, continuano dalla società di gestione “e il loro movimento in relazione alle prospettive economiche di molti Paesi emergenti. Occorrerà monitorare con attenzione le implicazioni sulle aspettative di inflazione e sulle conseguenti politiche delle banche centrali oltre che su eventuali possibili rotazioni settoriali conseguenti”.

Ancora high yield e bond emergenti

Nello specifico, sul fronte obbligazionario, le opportunità indicate dai gestori di Anima sono senz’altro sul fronte high yield e dei bond emergenti, con spread interessanti, confermandosi invece neutrale sia globalmente sull’asset class sia sulla duration in generale. “All’interno dei nostri fondi obbligazionari, quindi, questi due segmenti restano due asset class sulle quali puntare, fermo restando un atteggiamento selettivo dato dalla possibilità che si presenti un rischi di liquidità”, fanno sapere dalla SGR. Il giudizio vira in negativo per l’area Euro core e in direzione positiva per quella periferica, mantenendo comunque una view sostanzialmente neutrale per l’intera area. Confermata la neutralità per il Giappone, così come il giudizio negativo per gli Stati Uniti”.

Positivi invece sul dollaro statunitense, “un posizionamento che deriva dalla possibilità che il mercato torni a focalizzarsi sul tema del differenziale dei tassi, che il  team continua a veder muovere a favore del dollaro americano, in particolare nelle prossime settimane, con l’avvicinarsi dell’appuntamento con la Fed: i  dati relativi all’economia  americana stanno mostrando un buon momentum e questo induce a pensare che il mercato possa arrivare all’appuntamento scontando  almeno  parzialmente  un  possibile rialzo”. Il giudizio sulla sterlina, invece, è  tornato neutrale da negativo.

Mercati, meglio gli Stati Uniti e gli Emergenti

Per quanto riguarda invece il mercato azionario, come già detto, prevale la prudenza, per lo meno sulle Borse europee. E l’approccio viene mantenuto strategicamente neutrale anche per l’azionario italiano. “Sul fronte della crescita interna, non si segnala alcun tipo di accelerazione, nonostante i dati macro confermino segnali di moderato ottimismo. Gli occhi restano puntati sul referendum costituzionale di novembre, anche se riteniamo che, in caso di esito negativo, l’impatto sui mercati possa essere ridotto e non provocare un’instabilità politica che porti a eccessiva volatilità e avversione al rischio”, spiegano gli esperti.

Meglio virare allora sull’azionario americano: “nonostante una performance contenuta, la rotazione settoriale che ha caratterizzato l’indice S&P 500 è stata piuttosto marcata. Sono stati venduti gradualmente i settori difensivi, come i telefonici, le utilities e, in parte, i consumi di base, a favore dei ciclici, come la tecnologia, gli industriali e, nel caso degli Stati Uniti, anche il settore finanziario. Indicazioni confortanti dal punto di vista societario sono arrivate dai risultati delle trimestrali”, afferma Anima. Perfino un rialzo dei tassi da parte della Fed non rappresenterebbe un pericolo “dato che indicherebbe un buono stato di salute dell’economia a stelle e strisce e si tratterebbe di un processo  graduale, con un impatto limitato sui mercati”.

Infine il team di Anima si dice positivo anche sui mercati emergenti, grazie all’assenza di elementi di tensione soprattutto sul fronte delle valute. All’interno invece dell’area asiatica merita attenzione in Giappone: “la Bank of Japan ha annunciato che, alla riunione del 20-21 settembre, saranno resi noti i risultati di una valutazione d’insieme dell’economia e dei prezzi nell’ambito del QE ed è lecito attendersi qualche ulteriore novità di politica monetaria”.