Tornando agli Stati Uniti, Ori riflette su un altro dei temi del 2023 (“la performance del mercato azionario, in particolare il successo dei titoli growth, che hanno raggiunto nuovi massimi”) e interroga il suo interlocutore sui possibili sviluppi di questo segmento in futuro. “È quasi inevitabile che non si potrà mantenere lo stesso ritmo”, aggiunge l’esperto. “Tuttavia - continua - se consideriamo i fattori che guidano le azioni, e in particolare i titoli growth, i principali sono i tassi di interesse e gli utili. Di solito, per le azioni in generale, gli utili sono il fattore più importante, ma di recente i tassi d'interesse hanno avuto un ruolo più rilevante, a causa della loro estrema volatilità. Quindi, la prima difficile domanda a cui dovremmo rispondere è: cosa succederà ai tassi di interesse?”. L’ipotesi dell’esperto è che “diminuiranno nel corso dell'anno a seguito del rallentamento della crescita e degli interventi delle banche centrali. Tutto questo dovrebbe sostenere i titoli growth, quindi almeno per quanto riguarda i tassi di interesse ciò dovrebbe essere vantaggioso”, spiega.
Per quanto riguarda gli utili, per lo strategist “da un lato c'è sicuramente l'aspetto legato all'intelligenza artificiale, probabilmente già riflesso nelle aspettative di guadagno delle aziende”. Attualmente, precisa, le previsioni di crescita degli utili sono ancora piuttosto positive, specialmente in un contesto di tassi d'interesse in calo. “Tuttavia, bisogna essere cauti sulle valutazioni, poiché, storicamente, problemi nei titoli growth sono emersi quando le valutazioni sono diventate eccessive. Dunque, è importante guardare alle aspettative sugli utili in uno scenario più ampio e considerare attentamente le valorizzazioni, specialmente in un contesto di tassi d'interesse in diminuzione”, conclude.
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