Mercati: T. Rowe Price, prepararsi a un anno ‘orso tattico, toro strutturale’

View di mercato
Nick Seliverstov, immagine concessa (Unsplash)

Il 2022 è iniziato nel segno dell’incertezza per i venti i venti contrari che, inclusa la variante Omicron, stanno pesando sulla crescita. Ma secondo la view di T. Rowe Price con il passare dei mesi, questi ostacoli probabilmente si attenueranno e l’anno dovrebbe finire con uno scenario a tinte più rosee. “Dal punto di vista degli investimenti, caratterizzerei l’anno come ‘orso tattico, toro strutturale’”, afferma Nikolaj Schmidt, chief international economist, della casa di gestione.

Un motivo di ottimismo per l’economia globale secondo l’esperto risiede nella grande quantità di domanda repressa, soprattutto al di fuori degli Stati Uniti, e output gap ancora ampi. Infatti, nonostante le principali banche centrali mondiali abbiano mandato segnali più hawkish e prevedono di rendere le loro politiche meno espansive, le condizioni finanziarie nel complesso dovrebbero rimanere accomodanti. E ciò rappresenta un importante fattore di sostegno della ripresa della domanda privata. “Gli output gap ancora ampi assicurano che, anche se l’accomodamento monetario venisse meno, i policymaker non dovrebbero passare a un ritmo di irrigidimento che minacci l’espansione del ciclo economico”, spiega l’esperto.  “Tuttavia, con l’avanzare dell’anno e la chiusura degli output gap residui, è probabile che le banche centrali diventino sempre più assertive nei loro tightening”, ammette.  

Inflazione da tenere a bada

A complicare il quadro vi è l’inflazione, che è aumentata molto al di sopra delle aspettative. Ma secondo l’esperto della casa di gestione anche le nubi su questo fronte sono destinate a dissiparsi: “guardando ai dati sull’inflazione, trovo molti indizi sui tanto discussi problemi delle supply chain. Negli Stati Uniti, per esempio, le vendite di auto sono crollate in una misura che potrebbe facilmente portare a credere che il Paese sia in recessione – eppure il prezzo delle auto usate è aumentato di poco meno del 50% negli ultimi 18 mesi”, analizza Nikolaj Schmidt. “Questi dati implicano che l’inflazione attuale non è stata causata dal surriscaldamento economico, ma piuttosto da vincoli sul lato dell’offerta e, man mano che i problemi delle supply chain vengono risolti, la maggior parte delle pressioni inflazionistiche si attenueranno”, aggiunge.

Osservato speciale la Cina

La leadership della seconda economia mondiale ha approfittato del rimbalzo della crescita globale del 2021 per lanciare una serie di riforme e avviare una campagna per ridurre la leva complessiva dell’economia. “Ho osservato a lungo il rallentamento della crescita in Cina con un certo disagio, ma la leadership ha segnalato chiaramente che metterà una maggiore enfasi sulla crescita”, spiega Nikolaj Schmidt. “Non mi aspetto una ripresa massiccia, ma una stabilizzazione e una ripresa in una traiettoria di crescita che ha continuato a scendere negli ultimi 12 mesi saranno una notizia gradita”, spiega.

Ottimismo per il finale d'anno

Sulla base di questo contesto strutturale molto positivo, l’orientamento della casa gi gestione è ribassista sul breve periodo. “La diffusione della variante Omicron è destinata ad aggravare un rallentamento della crescita che, a mio avviso, era già nelle retrovie”, analizza l’economista. “Mi aspetto che gli asset sensibili alla crescita, come le azioni, possano mostrare una certa volatilità mentre il mercato continua a digerire tutte le implicazioni della variante Omicron e il ritmo leggermente più veloce della stretta monetaria della Fed”, aggiunge.

Quando ci sarà più chiarezza sulla gestione della variante Omicron e i problemi delle supply chain cominceranno ad attenuarsi, mi aspetto che il mercato sposti l’attenzione sul contesto strutturale, che è molto positivo per l’azionario”, spiega Nikolaj Schmidt. “Tuttavia, il mercato può adottare una view a lungo termine solo quando l’incertezza viene meno – in altre parole, quando capiremo quali restrizioni imporranno le autorità negli USA e in Europa per contenere la diffusione del virus”, dichiara. Inoltre, l’esperto si aspetta che fatti salvi gli stessi caveat sulla capacità dei mercati di spostare l’attenzione sul contesto strutturale, i rendimenti obbligazionari finiranno il 2022 sostanzialmente al di sopra dei livelli attuali. Infine, a livello di aree geografiche, l’economista prevede una maggiore domanda repressa e un output gap più ampio al di fuori degli Stati Uniti. Per questo motivo, “una volta che le incertezze di breve termine verranno meno, la parte non statunitense del mondo, in particolare l’Europa, presenterà le opportunità di investimento più interessanti”, conclude.