Previsioni macro per la seconda parte del 2020

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Christine roy, unsplash

Dopo un primo semestre dominato dallo shock del Covid-19 che forma avrà la ripresa? Ci aspettano acque tranquille o si profilano nubi all’orizzonte? Quali sono gli indicatori chiave da tener d’occhio? Quali le principali fonti di incertezza dal punto di vista geopolitico? Gli asset manager internazionali ci illustrano le loro previsioni macroeconomiche per la seconda metà dell'anno.

Amundi

Monica Defend, global head of Research e Matteo Germano, head of Multi-Asset, CIO Italia

Monica_Defend_e_Matteo_GermanoLa crisi del Covid-19 ha spinto l'economia globale in un congelamento senza precedenti. Nel secondo semestre, gli investitori torneranno a focalizzarsi sulla geopolitica: il culmine sarà̀ rappresentato dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il cui esito appare sempre più̀ aperto e influenzerà̀ la disputa con la Cina, che passerà dal commercio alla supremazia tecnologica e sanitaria. In focus anche l'imminente fine dell'era politica della Merkel. Con l'appiattimento della curva del contagio, i mercati hanno iniziato a valutare gli effetti di un'azione politica illimitata e di una successiva ripresa economica. Ma a nostro avviso, gli attivi rischiosi si sono ripresi troppo e troppo rapidamente: scontando un ritorno immediato alla normalità̀. Nella seconda parte dell'anno, si dovrà dunque considerare un reale controllo della crescita degli utili. Gli investitori dovrebbero essere consapevoli del fatto che il ciclo resta fragile e di conseguenza non dovrebbero precipitarsi in modo incauto sugli attivi più aggressivi, ma mantenere invece un'esposizione moderata a tali asset.

Credit Suisse AM

Emanuele Bellingeri, managing director, head of AM Italia

BellingeriI grafici dei principali indicatori economici e di mercato mostrano per questo primo semestre una profonda “V”, con un brusco calo nei primi mesi dell’anno ed un impressionante rimbalzo nel secondo trimestre. Sorprende come alcuni mercati azionari, tra cui l’americano S&P 500, si siano riportati velocemente sui livelli di inizio anno. Per comprendere quanto successo e ragionare sulle prospettive future occorre a nostro avviso considerare tre elementi: la natura di questa crisi guidata dal trend dei contagi e dalle misure di distanziamento sociale, gli straordinari interventi di politica monetaria e fiscale introdotti in tempi record ed infine l’impulso positivo che questa emergenza ha impresso sulla crescita di alcuni trend strutturali. Queste considerazioni puntano ad un proseguimento del recupero ciclico anche se a tassi più moderati. I dati di efficacia dei vaccini del COVID attualmente in fase di sperimentazione, previsti in autunno, saranno determinanti per un completo ritorno alla normalità e per le prospettive di crescita del 2021.

Capital Group

Robert Lind, economist

robert_lindCi aspettiamo un recupero più graduale a forma di ‘U’ con buche lungo il percorso. Tuttavia, man mano che l'economia comincia ad aprirsi, è probabile che ci siano settori in cui la ripresa sarà a forma di V, come i viaggi e i ristoranti. Il cammino verso la ripresa economica dipenderà dal decorso del virus e dalla risposta dei sistemi sanitari. Nel breve termine, è probabile che le economie avanzate si riprendano lentamente man mano che il contenimento si allenta. C'è una notevole incertezza sui cambiamenti nel comportamento dei consumatori, ed è probabile che si verifichi uno stress continuo sui flussi di cassa delle imprese e delle famiglie. Alcune economie in via di sviluppo possono incontrare difficoltà con la diffusione del virus. Nel lungo periodo, c'è un lato positivo: poiché il rallentamento è stato il risultato delle politiche governative, anche se i fondamentali economici sottostanti erano ragionevolmente sani, è possibile una forte ripresa.

Fidelity International

Wen-Wen Lindroth, chief investment strategist

Wen-Wen_LindrothFinché non riusciremo a superare la pandemia, non potremo fare nemmeno la minima previsione. Ma in questo momento, se il nostro scenario di base - a cui diamo una probabilità del 60% - sarà soddisfatto, avremo un recupero a forma di ‘U’, caratterizzato dal distanziamento sociale durante il resto dell'anno e da alcune restrizioni dovute a nuovi focolai. Così, praticamente tutti i Paesi saranno sprofondati nella recessione quest'anno. L'inflazione subirà una pressione al ribasso a causa del calo dei consumi e dei bassi prezzi dell'energia, anche se potrebbe iniziare a stabilizzarsi in 10 mesi se gli shock saranno contenuti. L'altra variabile che ci preoccupa è la disoccupazione, che sta crescendo rapidamente in tutti i settori, in particolare negli Stati Uniti, dove la portata del problema potrebbe dare origine a rischi sistemici che ridurranno i risparmi delle famiglie, aumenteranno l'indebitamento ed eroderanno la domanda dei consumatori.

Franklin Templeton

Michele Quinto, country head e branch manager Italia

Michele Quinto, Country Head Italia, Franklin TempletonRimaniamo ottimisti su una ripresa nel secondo semestre, ma non sarà possibile un forte rimbalzo a ‘V’. È giunto il momento che l'Europa si attivi per accelerare la ripresa e il recovery fund è un passo notevole verso una maggiore cooperazione fiscale. Il finanziamento di una parte di questo attraverso l'emissione di obbligazioni a responsabilità solidale sarebbe innovativo. Gli sforzi delle Banche centrali per rafforzare la liquidità nei mercati finanziari attraverso interventi di politica straordinaria sono stati efficaci, ma non lavorano per la domanda, non sostituiscono i ricavi persi o rimediano alle insolvenze. Negli Stati Uniti la necessità di prendere decisioni in merito al continuo sostegno del Governo ai singoli consumatori e alle imprese è complicata dalle imminenti elezioni. L'adozione accelerata di soluzioni tecnologiche per consentire il lavoro a distanza e nuovi modi di condurre gli affari hanno aumentato le fortune di molte aziende nel settore tecnologico. La discussione sulle considerazioni ESG sta cambiando ulteriormente in mezzo alla pandemia, con una maggiore attenzione all'impatto sociale delle politiche.

Janus Henderson

Andrew Mulliner, Global Fixed Income portfolio manager

Andrew_Mulliner_Da un lato assistiamo a politiche monetarie eccezionalmente accomodanti e a un'espansione senza precedenti della politica fiscale che dovrebbe sostenere e accelerare la ripresa economica. Questo è supportato dai dati economici più recenti, come gli indici PMI, che indicano che abbiamo toccato il fondo della recessione. Di conseguenza, abbiamo un'opinione positiva sui beni più rischiosi e una posizione sottopesata nei beni rifugio. Tuttavia, la natura senza precedenti dello shock in seguito al coronavirus ci portano ad adottare un posizionamento più cauto del solito. La consapevolezza della nostra ignoranza circa l'epidemiologia del virus e i rischi significativi e crescenti di una seconda ondata ci invitano a mitigare il nostro entusiasmo per le asset class con rischio più elevato. Ci concentriamo quindi sul credito IG delle società che hanno forti bilanci, il supporto della politica monetaria e le risorse gestionali per far fronte a questi tempi turbolenti.

Schroders 

Luca Tenani, country head Italia

TenaniL’allentamento delle misure di confinamento e i significativi interventi di sostegno a livello mondiale hanno portato a un forte rally dell’azionario globale. Nel 3° trimestre dovremmo vedere una sorta di rimbalzo dell’attività, anche se a livelli inferiori rispetto a quanto previsto in precedenza. L’economia non riuscirà a recuperare tutto il terreno perso nella prima metà dell’anno. Per questo, crediamo che non torneremo sui livelli pre-Covid prima della fine del 2021, le nostre previsioni sono più a ‘U’ che a ‘V’. Prevediamo che il Pil globale calerà a -5,4% quest’anno. La ripresa sarà più debole rispetto alle previsioni per quattro motivi: la difficoltà nella rimozione delle misure di lockdown legata al rischio di una seconda ondata di contagi; la cautela generale da parte dei consumatori soprattutto nei settori viaggi, ospitalità e intrattenimento; il ritiro delle misure di supporto e la conseguente maggiore incertezza per le famiglie sull’occupazione; infine il calo degli investimenti delle imprese dopo un brusco aumento dei livelli di debito.

Vanguard

Simone Rosti, head of Italy

Simone_Rosti_articoloLa pandemia ha causato la più forte e profonda contrazione della storia economica moderna. Anche se alcuni Paesi sono riusciti a controllarla, la doppia emergenza, sanitaria ed economica, è tutt'altro che finita, benché le aspettative di ritorno dei mercati finanziari sono migliorate e le valutazioni azionarie appaiono più interessanti. Il nostro scenario di base parte dal presupposto che l’uscita dal lockdown si verifichi in concomitanza con la graduale diminuzione del numero di casi e di decessi e, laddove emergano nuovi casi verrà predisposto l'isolamento locale. Siamo consapevoli, tuttavia, che le cose potrebbero andare diversamente. Nuovi casi si stanno già verificando, sia perché le misure restrittive non sono state abbastanza forti (in particolare negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in diverse economie emergenti), sia a causa dell’importazione di nuovi casi provenienti da aree dove le curve epidemiche sono comparse più recentemente. Sui mercati permane una notevole incertezza: in fasi così turbolente, consigliamo di adottare ottiche di investimento a lungo termine, una diversificazione a livello globale e di evitare la tentazione del market timing.