Scenari di rischio (e loro probabilità) secondo Schroders

Keith Wade news
Keith Wade, immagine concessa (Schroders)

Dopo un anno i cui caratteri di straordinarietà sono stati evidenti, con movimenti dei mercati tra il mese di marzo e aprile senza precedenti per gli effetti della pandemia da Covid-19 ancora in corso, il consenso circa i principali elementi che caratterizzano il 2021 è alto. Riattivazione dell’economia in concomitanza con la progressiva diffusione di un vaccino efficace contro il Coronavirus, Banche centrali accomodanti con programmi di acquisto titoli e mantenimento dei tassi a livelli minimi, diffusione di politiche fiscali espansive a livello globale. Tutti fattori che sono chiamati a guidare la ripresa dopo la seconda ondata della pandemia che ha caratterizzato gli ultimi mesi e continua a imporre misure di contenimento altamente restrittive in molti Paesi, tra cui il nostro. 

Lo scenario di base

Il quadro di riferimento, tenendo in considerazione il punto di partenza fissato da mesi di profonda crisi e parziale ripresa, è ottimista. “Per il 2021 ci attendiamo una crescita globale al +5,2% ed un ulteriore +4% per il 2022”, afferma Keith Wade, chief economist di Schroders”. “Lo schema è molto simile a quello del 2010 e 2011, anni immediatamente successivi alla grande crisi finanziaria. In quel biennio, la gran parte della ripresa fu determinata dalla crescita della Cina, che avrà un ruolo importante anche nel 2021 e 2022, ma a cui si aggiungerà il miglioramento delle condizioni dell’economia europea una volta abbandonate le misure di contenimento”, aggiunge.

Fonte: Schroders Economics Group. 30 novembre 2020.

La capacità di controllare la diffusione del virus del gigante asiatico, già avviato verso una piena ripresa, è un fattore certamente importante, affiancato da Wade a differenze geografiche rilevanti che riguardano in particolare l’altro grande protagonista dell’economia e dello scacchiere globale: gli Stati Uniti. Per quanto riguarda gli USA il chief economist di Schroders sottolinea come i dati sul miglioramento delle condizioni dell’economia debbano essere visti in unione a quelli delle attuali lievi restrizioni agli spostamenti che si scontrano con la realtà di una progressiva ulteriore diffusione del virus, tanto da far pensare ad una terza ondata. Circostanza da non sottovalutare, fa notare l’esperto, nel momento in cui si valutano le prospettive dell’economia a stelle e strisce.

Scenari alternativi

In ottica di investimento, fondamentale andare a indagare gli scenari alternativi, per quanto di bassa probabilità, per comprendere come potrebbero reagire i portafogli ad una evoluzione degli eventi al di fuori del consenso, specificando prima di tutto che gli analisti di Schroders attribuiscono allo scenario di base una probabilità del 59%. Una percentuale alta ma non altissima, rafforzata però da una considerazione di carattere generale sugli scenari alternativi, alti in termini di numero. 

Fonte: Schroders Economics Group. 27 novembre 2020.

Tralasciando un ritorno del taper tantrum per la bassa probabilità (2,8%), risalendo troviamo il fattore di gran lunga più importante per quanto riguarda l’andamento dell’economia globale nel corso del prossimo anno. Al fallimento dei vaccini contro Covid-19, per cui si intende incapacità di immunizzazione diffusa che può essere dovuta al farmaco in sé o a difficoltà nella sua distribuzione e utilizzo, viene attribuita una probabilità del 6%. Ovvi gli effetti sull'economia di un società che tornerebbe in piena pandemia.

“Quello che ci attendiamo relativamente ai vaccini”, spiega Wade, “è una buona diffusione entro la metà del 2021 con un progressivo ritorno alla normalità”, sottolineando inoltre come la velocità della ripresa economica sia da vedere in questo momento come una funzione diretta della velocità di diffusione dei vaccini.

Con una probabilità dell’8% troviamo un ritorno alla guerra commerciale e una ripresa dell’economia globale a livelli ben sopra le attese dei mercati. Il primo punto fa riferimento diretto al prossimo insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca e alla gestione delle relazioni, da un lato con il Congresso, e dall’altro con un’opinione pubblica fortemente avversa alla Cina. Più interessante per quanto riguarda strettamente i mercati il secondo punto perché legato ad una delle principali variabili macroeconomiche: l’inflazione. “Una ripresa a livelli molto superiori alle attese potrebbe infatti, portare ad un aumento dell’inflazione e alla tentazione da parte delle Banche centrali di mettere mano ad un rialzo dei tassi di interesse”.  

Ultimo punto, il più alto in termini di probabilità (11%), è un indebolimento del dollaro. “La valuta USA si trova già in un trend di indebolimento ma quello che abbiamo voluto valutare sono le conseguenze di un accelerazione di questa tendenza”, dichiara Wade. “Questo scenario porterebbe ad una sottoperfomance di Europa e Giappone e a conseguenze favorevoli per l’economia americana e dei mercati emergenti”. 

Quest’ultima è un’asset class su cui, ancora una volta, il consenso degli investitori è ai massimi. "Abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni di crescita del PIL dei mercati emergenti sia per quest'anno che per il prossimo. Nel frattempo ci aspettiamo una solida, anche se più lenta, espansione nel 2022. Nel breve termine, la nostra previsione più forte per il 2020 è guidata da revisioni al rialzo delle nostre aspettative per molte delle principali economie che rientrano nell’asset class. Queste si sono contratte meno di quanto temevamo inizialmente, nonostante le terribili epidemie di Covid-19. Ad esempio, mentre i nuovi tassi di contagio rimangono elevati in Brasile e in India, l'allentamento delle restrizioni alle attività negli altri Paesi ha liberato la domanda. Questo ha portato a un forte rimbalzo nel corso del terzo trimestre”, afferma David Rees, senior Emerging Markets economist di Schroders.

"Nel frattempo, l'economia cinese ha superato il resto del mondo nel corso del 2020, poiché le autorità hanno gestito relativamente bene l'epidemia di Covid-19". Sono state anche in grado di fornire un efficace pacchetto di sostegno economico. Gli effetti ritardati di queste misure di stimolo sembrano destinati a guidare un'ulteriore ripresa della crescita nella prima metà del prossimo anno", conclude l'esperto.