Tommasini (Anima): “Nella fund selection ci affidiamo a un modello proprietario e a una pianificazione rigorosa”

Nicola Tommasini
Foto Enrico Frascati per FundsPeople

Una pianificazione rigorosa e modellata nel tempo su di un percorso riassumibile in tre passaggi: l’analisi preliminare quantitativa, quella qualitativa, e il punto finale sul risk management. Nell’esporre il processo di selezione dei fondi svolto in Anima SGR da un punto di vista fattuale, Nicola Tommasini, capo del Servizio Analisi all’interno della Divisione Multi-manager della società milanese, fissa una serie di elementi che permeano il lavoro del team guidato da Stefania Taschini, responsabile della Divisione. L’analisi quantitativa, specifica l’esperto, “si basa su di un modello proprietario costruito internamente dal team multi-asset”. Tale modello va ad analizzare “tutti i fondi Ucits presenti sul mercato con track record superiore ai tre anni”, i fondi sono suddivisi per asset class (“nel dettaglio ci affidiamo alle categorie Morningstar”) e su questa base “si effettua uno screening alla luce di diversi indicatori quantitativi scelti, a partire da tracking error e information ratio”. Il primo livello, dunque, crea “un ranking dei fondi sulla base di questi indicatori e dà un’informazione, aggiornata su base trimestrale, dei più convincenti dal punto di vista quantitativo per le varie asset class”. Da qui prende le mosse la due diligence qualitativa, “che è la parte core della nostra attività e parte dall’analisi e dalla chiara identificazione dell’universo investibile e degli obiettivi del fondo”. Man mano che le maglie del processo di selezione si restringono, dunque, si individuano nel dettaglio elementi legati alle caratteristiche dei partner: “La qualità del team di investimento e il background dei gestori”, in prima battuta, ma si tiene conto anche di altre caratteristiche “come il turnover all’interno del team, gli analisti a supporto e, in particolare, la robustezza del processo di investimento nel tempo. Da ultimo, si verifica la modalità di costruzione del portafoglio anche analizzando l’allocazione storica per individuare eventuali bias”.