Secondo Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi SGR, sebbene il mese abbia registrato degli ottimi risultati in termini di performance, bisogna tenere gli occhi puntati sui fondamentali economici.
“Per i mercati internazionali, agosto si è rilevato molto positivo, nonostante la ripresa dei contagi in molti Paesi europei stiano sollevando più di una preoccupazione in vista del ritorno delle attività produttive e scolastiche a partire dal mese di settembre”, spiega Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi SGR. Gli Stati Uniti anch’essi alle prese con un elevato numero di contagi sebbene in apparente rallentamento hanno guidato la carica di una performance dell’indice S&P500 da fine luglio a venerdì 28 agosto in positivo per ben il +7,24% (+3,26% la settimana scorsa).
L’S&P 500 ha superato la soglia dei 3.500 punti sul finire di settimana, con una performance YTD dell’8,6%. “Ancora una volta a trainare il rialzo statunitense sono i titoli legati al settore dell’energia e dei consumi discrezionali USA appartenenti all’indice NASDAQ 100, che segna un +10% ad agosto e un 37,3% da inizio anno”. Powell ha dichiarato che con riferimento all’inflazione obiettivo della FED, sarà pronto a tollerare dei maggiori periodi di volatilità anche superiori al 2%. “Anche se i dati sugli utili del secondo trimestre sono in generale migliori del previsto e rappresentano il punto più basso del ciclo, la posizione favorevole all’inflazione annunciata dalla FED favorisce, a parità di condizioni, le azioni rispetto le obbligazioni. I mercati possono quindi contare su un tasso di attualizzazione degli utili molto basso per i prossimi anni, e ciò spiega il forte aumento negli ultimi mesi”.
Europa
I mercati area euro mostrano un notevole divario di performance da inizio anno rispetto agli Stati Uniti, anche se si tiene in conto il deprezzamento del dollaro di circa il 6%. L’economia tedesca ha subito una forte contrazione nel secondo trimestre 2020, con un calo dell’11,3% annuo. Sulla base degli ultimi dati pubblicati dall’ufficio statistico tedesco c’è una leggera revisione al rialzo rispetto alla prima stima di un calo dell’11,7% su base annua. “La pandemia ha provocato una brusca contrazione dell’economia tedesca, locomotiva d’Europa, perché il Paese è stato costretto a fermare all’improvviso le attività produttive per limitare la propagazione del virus”, spiega Beani.
“Su base annua si osserva una contrazione molto generalizzata: i consumi sono scesi del 12,9, gli investimenti del 9,6%, le esportazioni del 22,2% e le importazioni del 17,4%. Per conto le spese del governo sono cresciute del 3,8% a seguito dell’introduzione di consistenti pacchetti di stimoli per sostenere l’economia”.
Giappone
Anche il Giappone ha registrato un rialzo considerevole da inizio anno de 5,4% dell’indice Nikkei 225 frenato dalle dimissioni del primo ministro Abe per motivi di salute. “Nonostante le crescenti incertezze e la volatilità del mercato ci aspettiamo il proseguimento dei principi di base dell’Abeconomics, con una politica monetaria espansiva e stimoli fiscali perché il partito di governo continuerà a rimanere in carica. Visto il rallentamento della ripresa dell’economia in un contesto in cui c’è una recrudescenza dei contagi da Covid-19, le opzioni politiche sono limitate”, conclude il manager.