Una gestione attiva e tattica in funzione degli eventi

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foto: autor caffin

Alll’indomani della forte correzione dei primi giorni di febbraio, i mercati azionari si sono in vario grado stabilizzati. A fare da supporto la crescita globale, che si conferma solida e ben strutturata, oltre che distribuita tra le diverse aree geografiche e di qualità migliore rispetto al passato, grazie al contributo che arriva da consumi e investimenti. In questa fase i mercati si concentrano su due aspetti: da una parte l’inflazione, che, lentamente, sta rifacendo la sua comparsa in America, così come in Europa. Dall’altra gli sviluppi delle politiche monetarie delle Banche centrali. Lo scorso 8 marzo la Bce ha compiuto un’ulteriore passo in avanti a favore della fine del Qe entre l’anno: ha rimosso dal comunicato ufficiale il cosiddetto easing bias, ossia il riferimento alla possibilità di variare al rialzo il flusso di acquisti mensili di titoli.

In un contesto del genere, seppur ancora costruttivo, una serie di fattori inducono alla cautela nell’approccio agli investimenti. Almeno secondo il team gestionale di Anima. Gli esperti infatti ritengono necessaria più che mai una “gestione attiva e tattica” in funzione degli eventi. “Per quanto riguarda i mercati azionari, la view strategica da positiva diventa tatticamente neutrale fatta eccezione del giudizio positivo sui mercati emergenti; di qui un aumento della liquidità nei portafogli, accompagnato da una riduzione dell’esposizione direzionale ed un crescente focus sulle società a basso beta e di alta qualità. Sull’asset class obbligazionaria, in vista del futuro rialzo dei tassi, viene mantenuta ancora la view negativa”, dicono dalla società di gestione.

View prudente sui mercati obbligazionari

L’impatto  maggiore per i mercati obbligazionari viene dal fronte dell’inflazione. “Si stanno riscontrando i primi segnali di risalita dei prezzi e i timori degli investitori legati all’assenza di inflazione  sono ormai svaniti. Il fenomeno dovrebbe riguardare non solo gli Stati Uniti, ma anche l’area euro e altri Paesi avanzati. Il giudizio complessivo sull’asset class resta dunque negativo. Sul fronte delle obbligazioni governative, il processo di risalita dei rendimenti è stato particolarmente significativo, basti pensare che il decennale americano è aumentato di circa 50 punti base da inizio anno e i rendimenti  dei T-Bond con scadenza 2 anni hanno  toccato quota 2,27%, come non accadeva dal 2008.  Strategicamente riteniamo che i tassi possano continuare a salire, penalizzando ulteriormente l’asset class, tuttavia nel breve periodo c’è spazio per un consolidamento dei livelli raggiunti”.

La SGR resta negativa anche sulle obbligazioni societarie, sia per i titoli corporate investment grade che per le obbligazioni high yield. “È ancora possibile trovare interessanti opportunità di investimento all’interno dell’asset class”, dicono, “ma i rischi derivanti da una maggiore volatilità, dai primi flussi in uscita e dalla minore liquidità che contraddistingue questo segmento, giustificano  una valutazione più cauta  ed un approccio più tattico e selettivo”.

Borse emergenti, le migliori del mercato azionario

Dato che nell’ultimo periodo il mercato azionario europeo ha registrato un trend negativo – alta volatilità, vittoria delle forze antieuropeiste alle elezioni italiane – il giudizio di Anima è diventato più prudente nel breve termine. Anche se “a livello strategico restano  ferme le condizioni  di supporto  alle principali piazze europee”, dicono. Tanto più che a livello fondamentale i dati macroeconomici dell’Eurozona rimangono solidi. La società rimane costruttiva perciò sui settori ciclici (tecnologia e finanziari) e su quello energetico; negativi invece su comparto farmaceutico e utilities.

Oltreoceano, invece, il protezionismo di Trump rappresenta una minaccia e avrebbe impatti significativi suscala globale. “Dopo anni di rally il giudizio sul mercato azionario americano da positivo diventa neutrale. La correzione  dei primi di febbraio è proprio partita da Wall Street”, dicono gli esperti. “Da inizio anno i settori che hanno ottenuto le migliori performance sono quelli dei consumi ciclici, tecnologico e finanziario, mentre i peggiori  rimangono il settore delle utilities e dell’immobiliare”. A Oriente invece, il mercato giapponese delude e l’attenzione resta puntata sullo yen, in attesa che la valuta si stabilizzi. Per questo i gestori si dicono cauti.

Segno positivo invece per le borse emergenti “in quanto supportate da uno scenario macro fondamentale quasi ideale per la concomitanza di alcuni fattori: la crescita  in accelerazione, in senso  assoluto, anche rispetto ai Paesi  avanzati; il trend di indebolimento del dollaro; il trend di apprezzamento delle materie prime”.