Mercati Usa: nell’anno del voto i fondamentali contano di più della politica

USA bandiera news
Luke Michael, foto concessa (Unsplash)

L’economia Usa sta dimostrando una resilienza inattesa al rapido rialzo dei tassi della Fed che tra il 2022 e il 2023 sono stati fissati all’attuale livello tra il 5,25 e il 5,5 per cento, confermato nell’ultimo meeting di marzo dall’istituto centrale. E la recessione come conseguenza della stretta sui tassi ha lasciato progressivamente spazio all’atterraggio morbido come il risultato più probabile per l’economia a stelle e strisce. Nei prossimi mesi, i mercati azionari dovrebbero trarre beneficio da questo contesto, anche in vista dei primi tagli dei tassi di interesse, supportanti dall’inflazione che si dirige verso il target del 2 per cento della banca centrale. Ma vi è un’incognita all’orizzonte che potrebbe complicare il quadro: le elezioni presidenziali di novembre.

“Il mercato del lavoro solido, i risparmi delle famiglie e gli stimoli del governo hanno permesso all’economia Usa di dimostrarsi resiliente ai tassi alti e l’inflazione”, analizza Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan AM, che durante l’ultimo media summit di Londra ha presentato la view sull’equity a stelle e strisce nell’anno del voto. “Ora per il livello dei risparmi in declino e il mercato del lavoro in rallentamento prevediamo una moderazione della forza dell’economia, ma la recessione ormai è alle spalle”, dice l’esperta. “L’inflazione a gennaio e febbraio si è assestata a livelli più alti di quanto previsto dal consenso. Ma la sua traiettoria è comunque di discesa. Analizzando l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti si può osservare che i prezzi dei beni stanno diminuendo rapidamente, mentre nei servizi l’inflazione rimane più vischiosa. Ma nonostante ciò riteniamo che questo trend della disinflazione continuerà, avvicinando l’inflazione ai target della Fed e creando lo spazio per i primi tagli dei tassi nel meeting di giungo, per poi portare a altri due tagli entro fine 2024”, analizza Toschi.

Elezioni Usa, quali implicazioni per i mercati?

Condizioni finanziarie più allentate sono generalmente positive per i mercati azionari Usa”, prosegue Toschi. “Storicamente dopo l’ultimo rialzo della Fed, nei mesi successivi lo S&P 500 tende a generare rendimenti positivi. Nell’attuale ciclo, i timori di recessione hanno determinato delle perdite dello S&P 500 immediatamente successive all’ultimo rialzo. Ma l’indice ha poi recuperato terreno nella prospettiva del soft landing”, spiega la strategist.

Ma quest’anno a novembre si terranno le elezioni presidenziali e la domanda che si pongono gli investitori è se questo evento possa incrinare questo scenario positivo per i listini Usa. “Oggi il congresso è diviso tra Democratici e Repubblicani, con il Senato nelle mani dei primi e la Casa dei rappresentanti dei secondi. Data l’incertezza sul voto e il testa a testa tra i due schieramenti, questa situazione si potrebbe ripetere anche dopo il voto di novembre, con il rischio di blocchi nel processo legislativo”, osserva Toschi. Per inquadrare i possibili impatti del voto sui mercati azionari Usa, Toschi propone un confronto tra la volatilità e i redimenti dello S&P 500 negli anni delle elezioni e gli anni in cui non si sono celebrate. “In passato le elezioni presidenziali hanno portato a un aumento della volatilità e a minori rendimenti. Ma alcuni anni elettorali hanno coinciso con annate nere per i mercati, come il 2000 per la bolla delle dot-com e il 2008 per la grande crisi finanziaria”, dice Toschi. “Questo significa che per i mercati le condizioni economiche e finanziarie di partenza contano della politica”, dice Toschi.

Fonte: J.P. Morgan AM

Inoltre, la strategist si sofferma sul fatto se esista o meno una relazione tra il partito vincitore e l’andamento dei mercati. “Non c'è uno schema coerente tra il partito che guida il governo e la crescita del PIL o i rendimenti dell'S&P500. I fondamentali sono più importanti”, sottolinea Toschi. “Ma esistono comunque delle implicazioni di lungo periodo a seconda del possibile vincitore, nonostante ad oggi ci siano ancora molte incertezze sui candidati e sulla loro agenda politica”, prosegue.

Nell’anno del voto, i fondamentali contano di più

“Con una vittoria dei Dem potremmo aspettarci maggiori politiche di stimolo e di spesa pubblica, ma anche preoccupazioni per il debito federale. Con un governo dei repubblicani, invece, dei tagli delle tasse”, dice Toschi. Secondo l’esperta, altre aree di divergenza tra i due schieramenti si possono prevedere sulle politiche di immigrazione, sul clima e in politica estera in un contesto geopolitico complesso. Ma secondo Toschi, nel breve periodo i fondamentali economici come la traiettoria dell’inflazione e della crescita sono più rilevanti per i mercati. “Gli utili sono una delle metriche chiave da prendere in esame: grazie alla normalizzazione degli impatti del Covid sull’economia e alla disinflazione, le aspettative di utili per le aziende dello S&P 500 sono incoraggianti e i margini di profitto si stanno stabilizzando. Questi fattori saranno di supporto per i mercati”, continua Toschi. “Importante è anche soffermarsi sulle valutazioni. Queste sono molto elevate nei primi dieci titoli dello S&P 500, tra cui ci sono le famose ‘Magnifiche 7’,   le aziende che hanno dominato il rally dei mercati degli ultimi anni”, argomenta Toschi.  “I mercati hanno già catturato gran parte del potenziale di crescita di queste aziende. Per questo motivo, in questo momento dobbiamo essere più selettivi. Ci aspettiamo che il trend di crescita degli utili delle ‘Magnifiche 7’ possa rallentare, anche perché in ogni fase di boom tecnologico ci sono sempre delle aziende vincitrici e altre perdenti. Inoltre, non solo questo limitato gruppo di titoli beneficerà del trend dell’intelligenza artificiale. L’AI impatterà in modo traversale tutti i settori economici, e molte altre aziende grazie a questo sviluppo tecnologico aumenteranno la loro produttività. Sono queste le aziende che un gestore attivo deve saper individuare, andando in profondità oltre le mega-cap più note”, conclude.