Abbiamo chiesto ai gestori della community di FundsPeople le loro strategie per navigare i mercati in un secondo semestre che si prevede altamente complesso.
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Un contesto macro economico altamente sfidante attende gli investitori nella seconda parte dell’anno. L’inflazione continua a viaggiare a livelli record. Le politiche monetarie restrittive delle banche centrali nel tentativo di domarla potrebbero azzoppare la crescita a tal punto da portare a un evento recessivo globale. L’Europa a causa del conflitto in Ucraina e la dipendenza energetica dalla Russia sembra la regione più in difficoltà. I mercati emergenti soffrono per il rialzo dei tassi e l’apprezzamento del dollaro. Meno colpiti appaiono gli Stati Uniti, ma anche la prima economia al mondo teme per un calo dei consumi interni fino ad ora robusti con un conseguente deterioramento degli utili aziendali. Non sorprende che per questo mix di fattori avversi, i mercati abbiano incassato uno dei peggiori primi semestri di sempre con perdite consistenti sia per l’azionario che l’obbligazionario. Basta citare come esempio che un portafoglio composto al 60% dall'indice S&P 500 e al 40% dal Bloomberg US Aggregate ha registrato tra l’inizio dell’anno e fine giugno un rendimento negativo di oltre il 15 per cento.
Ecco dunque il secondo articolo con le strategie dei gestori internazionali della nostra community per navigare questo ambiente complesso.
Per la seconda parte dell’anno Franklin Templeton prevede una crescita in rallentamento. Non mancano ulteriori rischi di ribasso, accentuati dalle ripercussioni della guerra in Ucraina e dall’inasprimento monetario e fiscale.
Per quanto riguarda le azioni la casa di gestione continua a ravvisare un potenziale di rendimento ragionevolmente interessante nel medio termine, nella convinzione che nel tempo dovrebbero maturare un premio al rischio. “Ma crediamo che sia ancora opportuno mantenere uno stile d’investimento agile”, precisa Quinto.
Lato reddito fisso secondo Franklin Templeton i titoli di Stato non sono ancora convenienti. “Il potenziale di rendimento totale delle obbligazioni di elevata qualità ci sembra equilibrato rispetto a quello delle azioni, se consideriamo le caratteristiche di riduzione del rischio che le prime apportano ai portafogli a lungo termine”, spiega. Più interessanti, invece, le obbligazioni corporate: “Attualmente i differenziali di rendimento delle emissioni corporate offrono a nostro avviso un interessante profilo di rischio/rendimento e abbiamo mantenuto una view moderatamente positiva su questo mercato”, dice.
1/9Secondo Goldman Sachs Asset Management data l’elevata incertezza macroeconomica, gli asset di rischio potrebbero rimanere sotto pressione. “In questo contesto, gli investitori potrebbero prendere in considerazione un aumento dell’esposizione ai real asset come le materie prime, il settore immobiliare e le infrastrutture, che sono ben posizionate per sovraperformare quando l’inflazione è elevata o c’è il rischio di stagflazione”, afferma Loredana La Pace.
Per quanto riguarda l’azionario e il credito, la view di GSAM rimane neutrale. “Riteniamo che potrebbe essere prematuro sottopesare l’esposizione a queste asset class”, dice La Pace. Tuttavia, secondo la casa di gestione, con il rischio di recessione in aumento e i rendimenti reali statunitensi in territorio positivo, potrebbe essere opportuno aumentare l’allocazione all’obbligazionario. “In particolare le obbligazioni investment grade di alta qualità, che costituiscono il principale elemento di un’allocazione nel reddito fisso core (CFI)”, spiega l'esperta. “I dati storici suggeriscono che aumentare progressivamente il peso del CFI nei portafogli può aiutare a evitare conseguenze indesiderate nel caso di un drawdown dell’azionario”, conclude.
2/9Secondo l’analisi Janus Henderson negli ultimi mesi il tema di mercato più incisivo è stato quello del riprezzamento delle aspettative sui tassi d'interesse globali, che ha dominato il sentiment e la performance di tutte le asset class. “I dati suggeriscono un elevato rischio di recessione per il prossimo anno”, avverte Federico Pons.
Tuttavia ci sono anche delle opportunità. Nonostante le turbolenze degli ultimi mesi, la casa di gestione indica una view ottimista per i titoli azionari cinesi. “Hanno già sperimentato un importante mercato ribassista, un significativo declassamento delle valutazioni e una capitolazione generale degli investitori”, spiega Pons. “A incoraggiarci è la crescente evidenza che l’ampio giro di vite normativo dello scorso anno è ormai superato”, dice. Per il reddito fisso, invece, con l'aumento dei rendimenti, Janus Henderson è sempre meno ribassista sui titoli di Stato. “Dovrebbero riacquistare alcune delle loro caratteristiche di copertura del rischio con il rallentamento della crescita”, conclude Pons.
3/9Per M&G Investments il rischio di un autunno caldo è dietro l’angolo. Secondo il gestore molta negatività è già stata prezzata dai mercati, tuttavia i rischi sono superiori alla norma, sia dal punto di vista macroeconomico che geopolitico.
A livello di asset allocation, M&G prevede che nella seconda metà dell’anno non ci sarà più una grande pressione al rialzo sui tassi ‘free risk’. “Vediamo quindi opportunità interessanti nei mercati obbligazionari del credito europeo Investment Grade, Global Corporate Investment Grade e nei bond emergenti”, dice Andrea Orsi. “Per quanto riguarda i mercati azionari, riteniamo interessanti le aziende di maggiore qualità con forti credenziali ESG, società legate al settore delle infrastrutture, del value e aziende con il potenziale di incrementare i dividendi nel lungo periodo”, dichiara.
4/9PIMCO ravvisa un elevato rischio di recessione nell’orizzonte dei prossimi due anni. Questo alla luce del maggior potenziale di turbolenze sul versante geopolitico, dell’inflazione ostinatamente alta che riduce il reddito reale disponibile delle famiglie e della determinazione delle banche centrali a concentrarsi prima di tutto sulla lotta all’inflazione, che in aggiunta al netto inasprimento delle condizioni finanziarie già osservato aumenta il rischio di incidenti finanziari.
Perciò guardando al futuro, secondo Alessandro Gandolfi, nella costruzione dei portafogli anziché fare la corsa ai rendimenti gli investitori dovrebbero adoperarsi per ottenere allocazioni più robuste. “Da parte nostra, punteremo a potenziare la resilienza dei portafogli che gestiamo per conto dei clienti e a trarre benefici nelle fasi di volatilità dei mercati”, avverte.
5/9Nella view di Schroders i motivi di preoccupazione per il mercato non mancano. “La domanda è: chi vincerà il braccio di ferro tra timori inflazionistici e preoccupazioni di recessione? E quando?”, spiega Luca Tenani. Ma dirlo con precisione è difficile. “Per questo, quando si tratta di prendere decisioni di investimento, posizionare il portafoglio in modo troppo netto verso uno dei due scenari potrebbe essere un errore”, avverte.
In quest’ottica secondo la casa di gestione, la migliore linea d’azione per i prossimi mesi è optare per un portafoglio altamente flessibile e ben diversificato, che incorpori asset adatti ad interpretare entrambi gli scenari. “Materie prime e settori azionari più orientati agli asset reali, ma anche bond, che dopo il calo record potrebbero offrire buone opportunità di rendimento, in un contesto economico che sta diventando più favorevole a questa asset class e al suo fondamentale ruolo di diversificatore all’interno di un portafoglio di respiro globale”, sottolinea Tenani.
6/9Secondo T. Rowe Price le aspettative di inflazione domineranno ancora l'andamento dei mercati finanziari nella seconda metà dell'anno. Ma con un fattore di ottimismo a cui prestare attenzione: “A livello globale c’è un’offerta potenziale repressa che potrebbe contribuire a ridurre l'inflazione, se si riuscissero a sbloccare i colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento”, osserva Donato Savatteri.
In questo contesto di inflazione persistente, determinante sarà dunque la risposta delle banche centrali. “Mentre la Fed e le altre principali banche centrali si stanno spostando sempre più verso un quantitative tightening, non tutti i Paesi si trovano allo stesso punto del loro ciclo monetario”, osserva l’esperto. Di conseguenza, approfittando di queste differenze, gli investitori potranno diversificare l'esposizione ai tassi d'interesse. “Nel medio termine, i rendimenti raggiungeranno livelli tali da rendere i clienti soddisfatti dei loro portafogli obbligazionari”, dichiara Savatteri.
7/9Per UBS AM la volatilità sui mercati continua ad essere elevata. I dati recenti mostrano che l'attività globale sta rallentando, ma non l’inflazione, e le politiche monetarie fortemente restrittive aumentano la probabilità di una recessione. “In questo contesto altamente incerto, con il conflitto ancora in corso, preferiamo costruire un portafoglio resiliente in vari scenari di inflazione e crescita”, spiega Giovanni Papini.
“Vediamo le azioni globali poco interessanti rispetto alle obbligazioni: il premio per il rischio delle azioni – la differenza tra i rendimenti attesi degli utili per le azioni meno i rendimenti obbligazionari – è prossimo ai minimi dell'ultimo decennio, e in genere, le stime degli utili degli analisti sono riviste fortemente al ribasso prima che i mercati azionari tocchino il fondo”, analizza. Fanno eccezione le azioni cinesi. “L'inflazione non è molto alta e la politica monetaria è accomodante; anche con le politiche zero-COVID in vigore, riteniamo che ci dovrebbero essere meno interruzioni dell'attività economica in futuro, e, a nostro avviso, è stato superato il picco nel giro di vite normativo sul settore tecnologico”, dice Papini.
8/9A livello geografico, a causa del cambiamento del contesto macroeconomico, Vanguard ha ridotto le previsioni di crescita negli Stati Uniti e in Cina e rivisto le valutazioni sull'inflazione e sulla politica monetaria nell'area euro. “La volatilità continuerà a imperversare sui mercati finanziari, condizionando i risultati sia della gestione attiva sia di quella passiva”, avverte Simone Rosti.
Tuttavia, secondo l’esperto, gli ETF stanno dimostrando ancora una volta di essere uno strumento utilizzato dagli investitori per affrontare le fasi difficili di mercato, grazie alla loro liquidabilità, trasparenza e resilienza. “In questo momento la migliore strategia è quella di mantenere le proprie posizioni, aumentando la diversificazione tramite gli ETF che possono essere utilizzati anche per eventuali rotazioni di portafoglio e per riposizionarsi gradualmente sui mercati”, dice.
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