Una recente ricerca di Capital Group dimostra che è molto più probabile che gli investimenti ad un anno riportino risultati negativi rispetto a quelli a lungo termine. Ma come convincere i clienti ad essere più pazienti?
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Si dice che il tempo sia denaro, ma la pazienza spesso non è la migliore virtù degli investitori. Storicamente, chi ha mantenuto gli investimenti in un portafoglio azionario globale diversificato nel corso di periodi occasionali (e inevitabili) di calo dei prezzi azionari è stato remunerato per le sue prospettive di lungo termine. Una recente ricerca di Capital Group dimostra infatti che è molto più probabile che gli investimenti ad un anno riportino risultati negativi rispetto a quelli detenuti per periodi di tempo maggiori. Di norma, quanto più a lungo un investitore mantiene un portafoglio globale diversificato, minori saranno i periodi negativi che questo attraverserà. Si nota che tutti i periodi di 10 anni hanno generato risultati positivi.
Fonte: Capital Group
La componente emotiva gioca sicuramente un ruolo fondamentale. Gli investitori capaci di ignorare le news hanno maggiori possibilità di elaborare una strategia di investimento oculata. Secondo gli esperti di Capital Group infatti una flessione dei mercati azionari nel corso di alcune settimane non rappresenta necessariamente l’inizio di un trend di lungo periodo. L’economia comportamentale ci insegna che gli eventi recenti esercitano un’enorme influenza sulle nostre percezioni e decisioni. Pertanto a fronte di un ribasso dei mercati azionari è importante mantenere una prospettiva a lungo termine. Nonostante l’andamento altalenante evidenziato nel breve periodo, i listini tendono a premiare gli investitori su lunghi periodi di tempo. Anche tenendo conto dei ribassi, il rendimento medio dell’indice S&P 500 in tutti i periodi decennali dal 1937 al 2018 è stato pari al 10,43%.
Come rispondono gli investitori?
Sebbene l’emotività sia qualcosa di incontrollabile, gli investitori cercano di tenere ben saldi questi concetti. “La soluzione è non perdere mai di vista le ragioni per cui si investe”, commenta Fabrizio Bergna, responsabile dell'Ufficio Ricerca Mercato di Banca Consulia. “Le correzioni occasionali vanno inquadrate nell'ambito di una strategia d'investimento di lungo termine, concentrandosi sempre sui propri obiettivi. L’allocazione del capitale long term prevede un’asset allocation strategica di riferimento, costruita secondo alcuni concetti basilari, come l’identificazione degli obiettivi in termini di rischio/ rendimento in virtù delle caratteristiche ed esigenze personali del cliente; la fase di stima delle prospettive delle diverse asset class, anche in termini di correlazioni oltre che analisi rischio/rendimento; monitoraggio e ribilanciamento degli investimenti”, aggiunge.
Ma se da un lato gli investitori professionali possono comprendere l’importanza del tempo, dall’altro come si può convincere il proprio cliente ad allungare l’orizzonte temporale di investimento? “Con scenari inusuali come quello attuale, caratterizzati da tassi negativi, alta liquidità e borse molto positive, l’argomento da spendere per convincere il cliente ad allungare l’orizzonte temporale sembra essere legato più alle capacità del gestore che alla vita residua degli strumenti. Ovvero, occorre distinguere l’orizzonte temporale dell’investimento da quello della dinamica di gestione, che può essere anche di brevissimo termine e caratterizzata da comportamenti speculativi. L’impatto sul risultato di gestione dovrà poi essere misurato su una prospettiva medio lunga, e in tal caso ciò che farà veramente la differenza sarà la qualità del risultato prodotto”, spiega Giovanni Pesce, Amministratore Delegato di Fugen Private SIM.
L’attuale contesto di mercato, contraddistinto da tassi di interesse molto bassi probabilmente per un periodo di tempo ancora prolungato, contribuisce a rendere poco appetibile l’investimento in diverse asset class obbligazionarie, traslando verso il basso la frontiera efficiente prospettica rispetto a quella degli anni passati. Questo vuol dire che, a parità di volatilità, il rendimento atteso sarà inferiore oppure che per raggiungere un dato rendimento si devrà accettare un rischio superiore. “In tale ottica diventa fondamentale una corretta educazione del cliente private, con il quale va condiviso un orizzonte temporale di lungo termine per poter ambire a ritorni comunque soddisfacenti. Crediamo che condividere col cliente in maniera analitica e approfondita il contesto attuale e definire sempre e comunque un asset allocation ampiamente diversificata, comprendente asset class decorrelate da quelle tradizionali, sia il miglior modo per renderlo consapevole della necessità di ragionare su un approccio di più lungo termine”, dichiara Riccardo Barbarini, responsabile UBI Top Private.