Ecolabel UE, perché potrebbe essere un “game changer”

Franck V., Unsplash
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Ecolabel UE è il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea che contraddistingue quei prodotti e servizi che abbinano ad alti standard qualitativi un basso impatto in termini ambientali. Esiste dal 1992, oggi è disciplinato dal Regolamento (CE) n. 66/2010, consentendo ai consumatori una chiara identificazioni di un acquisto in linea con la propria sensibilità ecologica. L’Unione Europea ha avviato il processo per estendere la possibilità di certificazione Ecolabel anche ai prodotti finanziari e, sebbene il processo sia ancora lungo e inserito nella più ampia attività di supporto alla finanza sostenibile (Action Plan for Sustainable Finance), presenta una specificità non da poco. Una volta completato permetterebbe infatti di applicare una certificazione già esistente, conosciuta e riconosciuta, anche agli strumenti di investimento, rendendoli immediatamente identificabili da ogni tipologia di investitori. Il tutto a livello transnazionale, senza divisioni o differenze fra i singoli Paesi dell’Unione.

Paolo Masoni, membro del Technical Expert Group per la Finanaza sostenibile che supporta la Commissione europea e recentemente ascoltato dal Ministero dell’Ambiente per relazionare sull’andamento dei lavori comunitari, spiega quali aspetti sono al centro dell’attività relativa ad Ecolabel. “La percentuale, più o meno ambiziosa e selettiva, di attività conformi alla tassonomia che devono sottostare ai prodotti finanziari ecolabel, la presenza di requisiti specifici di tipo sociale ed etico e l’eventuale presenza di una lista di esclusione di attività controverse dal punto di vista etico e sociale”, afferma, “sono tra gli aspetti presi in considerazione”. “Il processo di sviluppo dei criteri Ecolabel è ancora lungo, ma alla fine il marchio renderà immediatamente riconoscibili agli investitori non istituzionali i prodotti finanziari disponibili sul mercato al dettaglio che supportano attività economiche favorevoli alla mitigazione dell’impatto climatico, promuovendo un forte stimolo per tale mercato”, è convinto Masoni.

Gianluca Manca, responsabile Sustainability di Eurizon Capital SGR Gruppo Intesa Sanpaolo, ricorda sul tema come l’Italia sia il primo Paese sottoscrittore dell’Ecolabel. “Proprio tale certificazione comunitaria è stata coinvolta per la futura applicabilità ai prodotti finanziari, anche se alle prime battute apparirebbe un compito non facile”. “Nel corso degli ultimi vent’anni abbiamo assistito a significativi cambiamenti”, afferma inoltre Manca. “L’attuale necessità”, spiega, “è riuscire a creare prodotti che facciano da bandiera e che dimostrino come sia possibile creare strumenti di investimento in ottemperanza a specifici e misurabili parametri ESG”. 

“La finanza sostenibile è in forte crescita e al tempo stesso, restano ampi margini di progresso sullo sviluppo di definizioni, standard e criteri comuni per l'identificazione degli investimenti SRI”, specifica inoltre Francesco Bicciato, Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile. “In quest'ottica, l'impegno delle istituzioni UE a studiare certificazioni di qualità per i prodotti finanziari con elevate caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale può rappresentare un importante contributo allo sviluppo del mercato” aggiunge.  “In particolare”, prosegue Bicciato, “potrà incentivare la diffusione di prodotti SRI dedicati al segmento retail, storicamente sottodimensionato rispetto a quello istituzionale, ma che nel negli ultimi anni ha registrato una crescita importante: in Europa infatti è passato dal 30 al 70% tra 2013 e 2017”. “Strumenti come Ecolabel”, conclude, “hanno lo scopo di incrementare la trasparenza del mercato e la fiducia degli investitori, guidandoli in scelte d'investimento sostenibile e responsabile”.

"Una comune definizione di finanza sostenibile", sostiene sul punto Federica Loconsolo, responsabile Institutional and International Business Development di Etica Sgr, "è fondamentale affinché operatori specializzati in ESG ed altri operatori più generalisti possano parlare una lingua comune". "Accogliamo quindi con favore le numerose iniziative che stanno vedendo la luce in sede europea sui diversi aspetti dell’attività finanziaria e che si spingono fino ad immaginare l’estensione del marchio Ecolabel anche a prodotti finanziari, portando evidenti benefici in termini di trasparenza ai risparmiatori", prosegue.

"Da esperti di ESG, condividiamo la grande attenzione in Europa sulle variabili di natura ambientale, coerentemente a COP21, tuttavia", fa notare Loconsolo, "crediamo che, per un modello di sostenibilità più solido e concreto, sia necessario considerare in modo più approfondito anche gli altri due ambiti ESG (sociale e governance)".