Come nel 2007 e nel 2008, i flussi si stanno muovendo fortemente verso le soluzioni monetarie in risposta ai tagli dei tassi globali.
Data la promessa di Mario Draghi di non interrompere le politiche monetarie espansive, gli investitori stanno spostando le loro preferenze verso i fondi obbligazionari, in particolare i fondi monetari. A luglio, ci sono stati afflussi per 46 miliardi di euro sul mercato monetario UCITS; la macro categoria che ha venduto di più in termini netti. Ma questo trend non si è arrestato grazie all’impegno delle Banche centrali nei confronti del mercato.
Lo possiamo vedere sia in Europa che negli Stati Uniti. Come è successo nel 2007 e 2008, quando la Federal Reserve ha abbassato i tassi per rispondere alla crisi finanziaria, i afflussi nel mercato monetario sono saliti alle stelle. Secondo il grafico fornito dalla Bank of America Merrill Lynch, non vi è stato un tale ritmo di acquisti dalla caduta di Lehman Brothers. 322 miliardi di dollari di afflussi netti nel 2019.
Con la grande differenza che ora i mercati obbligazionari hanno sulle spalle un decennio di rally che ha prosciugato le prospettive di rendimento per questi tipi di prodotti.
“Questo appetito per il mercato obbligazionario è il principale motore delle vendite nette dei fondi UCITS che hanno raggiunto un massimo di 18 mesi”, secondo Bernard Delbecque, direttore senior dell'economia e analisi dell'EFAMA. I flussi netti a luglio hanno toccato 191 miliardi di euro in obbligazioni UCITS. A questi si sommano 61 miliardi in fondi monetari.
Per contestualizzare nei fondi UCITS i flussi totali quest'anno ammontano a 172,3 miliardi di euro. Praticamente la domanda di fondi obbligazionari sta facendo un cuscinetto dei deflussi sui fondi azionari, che perdono quasi 63 miliardi di euro nello stesso periodo.
Gli investitori quindi da un lato, cercano di anticipare il rilancio degli stimoli monetari investendo in fondi obbligazionari, dall’altro vogliono proteggere il loro capitale in un contesto di mercato in cui cominciano a sentirsi i primi segnali di debolezza.