Conte (Anasf): "I consulenti finanziari saranno i protagonisti della rivoluzione verde"

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Luigi Conte, presidente Anasf. Foto ceduta

Dagli Accordi di Parigi (appena ri-sottoscritti dagli Stati Uniti) passando per i Fridays for future di Greta Thunberg. Dal Green New Deal al neo ministro della transizione energetica, promosso dal governo Draghi. Per continuare con il piano Next Generation Eu e le prossime normative europee. Il mondo sta già cambiando: i dossier legati ai cambiamenti climatici, all’ambiente e agli impatti sociali sono poggiati ben in vista sui tavoli di tutti i settori mondiali. Compreso il mondo finanziario. Gli investimenti SRI, per dire, negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura. Anche in Italia. Che si piazza, dopo Regno Unito e Francia, al terzo posto per effervescenza del mercato. Non a caso il futuro verde è al centro del dibattito di apertura dell’edizione digitale di ConsulenTia 2021, l’evento ideato da Anasf, che ha registrato più di mille partecipanti connessi in streaming. Il tema etico rappresenta la sfida più importante per il futuro: “Saremo protagonisti di queste scelte consapevoli che potranno e dovranno rappresentare un passo fondamentale per il cambiamento, affinché tutto possa dirigersi verso l’economia sostenibile”, spiega il presidente Luigi Conte.

Un gap informativo (e formativo)

Partendo dalle recenti indagini a cura della Consob che esplorano le conoscenze e le attitudini verso la sostenibilità dei consulenti finanziari e dei risparmiatori, il ruolo dei professionisti del risparmio diventa cruciale. “C’è ancora una scarsa conoscenza”, dice Nadia Linciano, responsabile Ufficio studi economici dell'authority. “Secondo l’indagine infatti solo il 13% dei clienti ha una buona conoscenza rispetto alle tematiche ESG mentre il 50% di loro non ne ha mai sentito parlare”. Tra i fattori ESG che i risparmiatori associano alla finanza sostenibile ci sono quelli ambientali e societari, scarsa attenzione è posta invece alla governance. I professionisti del risparmio invece sono più attenti ai temi ambientali e di governance. “C’è molto da fare”, commenta Conte. “Il nostro compito è quello di instillare pillole di cultura finanziaria: dare un contributo in tal senso è il nostro obiettivo. Per questo lo scorso anno abbiamo creato un corso di formazione in materia ESG insieme all’Università Bocconi. A gennaio trenta colleghi hanno ottenuto il primo certificato di ESG advisor”.

Tassonomia nei prodotti verdi

Anche la percezione dei prodotti SRI lascia il tempo che trova. Secondo l’indagine Consob, come ricorda Linciani, il 40% dei risparmiatori crede che siano più costosi e meno performanti dei prodotti tradizionali. “Per colmare i gap formativi dei risparmiatori sono molti i momenti in cui il consulente finanziario può entrare in azione. A partire dalla valutazione di adeguatezza. Il professionista può svolgere infatti un ruolo attivo nella relazione con il cliente e nell’accrescimento delle competenze sugli investimenti sostenibili anche in sede precontrattuale, nella fase di definizione del portafoglio e in quella di monitoraggio. Ruolo che i clienti si aspettano, in più del 70% dei casi”. Un aiuto in questo senso arriverà presto dall’Europa, visto che il primo gennaio 2022 entrerà in vigore il nuovo regolamento sulla tassonomia. “Si sta lavorando per trovare una metrica per rafforzare la fiducia verso i prodotti verdi”, ricorda Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la finanza sostenibile. “Non esiste tutt’oggi una certificazione unica dei prodotti ESG. Esistono però molti operatori finanziari seri che possono provare come questi criteri vengano rispettati. Ma è innegabile che bisogna vigilare molto sui fenomeni del green washing e del social washing”.

Tanto più che gli investimenti etici rendono, considerando che anche nel periodo della pandemia, i rendimenti sono cresciuti in linea superiore rispetto agli investimenti tradizionali: “questo è avvenuto perché inserire investimenti ESG anticipa i rischi e le esternalità negative in campo sociale e ambientale”, sottolinea Bicciato. “Abbiamo una grande possibilità per reindirizzare il modello di sviluppo del Paese: una delle strategie della finanza SRI è quella del dialogo tra finanza e imprese che, quando si allineano sugli stessi obiettivi, procedono poi nella stessa direzione. La seconda è colmare il gap tra attività del consulente finanziario e l’interesse dei clienti sui temi ESG, attraverso la comunicazione e l’educazione finanziaria, elemento centrale per far crescere operatori e investitori allo stesso tempo”.

Sostenibilità e unione di intenti

Camminare all’unisono è un po’ il mantra centrale del dibattito. Non solo affinché la macchina dell’asset management funzioni bene. Il tema si rispecchia nel Paese: “Dobbiamo avere una chiarezza ed un'unione di intenti a riguardo: l’Italia deve innescare un meccanismo di fiducia tra cittadini e decisori politici che deve passare anche dal legare la finanza privata all’economia reale”, chiarisce Luigi Conte. Un esempio a riguardo arriva dal gruppo Chiesi, società farmaceutica di Parma, che ha fatto della sostenibilità il suo core business. “Porre l’etica al centro dei processi di business implica la creazione di un valore economico, che passa dall’ascolto dei punti di vista degli interlocutori, coinvolgendoli nelle decisioni di business. È questa la vera rivoluzione”, afferma Maria Paola Chiesi, Shared Value & Sustainability director del gruppo. “In questo scenario, la finanza interviene orientando le scelte degli investitori verso aziende sostenibili, può avere un ruolo chiave nel far acquisire consapevolezza alle imprese e svolge nei loro confronti un importante ruolo educativo e formativo. Infine, può fare da trade union tra sistemi diversi nella consapevolezza che per risolvere le tre grandi crisi -economica, ambientale e societaria- sia necessaria un’azione concertata tra tutte le parti sociali”.

Il 2021, insomma, potrebbe essere un anno di svolta, sia in termini legislativi che di condotta. “È necessario definire linee di azione innovative affinché i progetti si attuino e non restino scritti sulla carta. Rappresentare una forma ecologica di azione significa anche rappresentare un formato di azione in cui le linee operative sovrastino quelle burocratiche. Questo sarà uno degli elementi centrali perché si possa immaginare un effetto moltiplicatore delle azioni nel tempo”, conclude Conte.