Alpi Hedge, ecco come sfruttare le inefficienze del mercato

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Il fondo di casa Alpi Fondi è riuscito a creare valore anche in situazioni di mercato complesse e di raggiungere l’obiettivo di protezione del capitale con una volatilità contenuta. Rimanendo difensivi. Parla Guido Alliod, direttore investimenti e fund manager del comparto Alpi Hedge. 

Il fondo ha avuto un ottimo comportamento nel mese di gennaio (+0,44%) e in febbraio si è difeso mantenendo la performance da inizio anno a 0,427%. Ci descrive la sua strategia antivolatilità?

A febbraio, con l’aumento della volatilità, Alpi Hedge ha ridotto sia l’esposizione totale sugli emittenti, sia la loro vita residua abbassando in modo significato il rischio complessivo del portafoglio. Nello stesso tempo abbiamo inserito in quantità molto contenuta alcune posizioni opportunistiche che evidenziavano disallineamenti molto marcati in termini di valore relativo. A parte la situazione contingente, la strategia del fondo prevede sempre un approccio absolute return con contenuti livelli di volatilità; l’obiettivo è di generare rendimenti decorrelati dall’andamento dei mercati finanziari minimizzando gli eventi di perdita. 

Come fare performance oggi, con tutti i rischi che ci sono sui mercati? Come difendersi partecipando ai rialzi, quando ci sono?

La filosofia di base di Alpi Hedge è di individuare inefficienze di mercato di brevissimo o breve periodo e sfruttarle per generare rendimento costante. La strategia del fondo non prevede un approccio direzionale al rischio, se non per posizioni residue ed entro limiti ben definiti dal nostro Cda. Non facciamo ipotesi sull’andamento del mercato, ogni giorno è un giorno nuovo, in cui ricominciamo la ricerca di mispricing, forti della nostra esperienza e con l’indispensabile supporto di un tecnologia proprietaria di elevato standard. Ovviamente sappiamo che alcune condizioni possono essere per noi maggiormente interessanti: alta volatilità e bid ask spread elevati garantiscono maggiori opportunità di rendimento per il nostro Fondo e con una buona liquidità sui mercati di solito aumentano le possibilità di generare risultati. Per quanto riguarda i rischi, il contenimento della volatilità è il driver che determina il peso attribuito alle diverse strategie, sovrappesando gli asset con minor volatilità e alleggerendo le posizioni sugli asset più rischiosi.  Il rischio è monitorato costantemente e in real time e si basa su precise regole di stop  loss e take profit a livello di posizione e portafoglio. Le posizioni che stanno generando utili vengono comunque chiuse nel momento in cui l’inefficienza misurata dal modello si annulla, quelle in perdita vengono prontamente chiusa se non si è realizzato nel breve periodo il riallineamento previsto dal modello.

Qual è la sua asset allocation oggi? Quali sono le strategie da suggerire?

Il fondo investe principalmente in emissioni obbligazionarie governative e societarie quotate o in fase di emissione, è possibile un’esposizione residuale in altre asset classes in titoli o per il tramite di strumenti strutturati o derivati, questi ultimi principalmente con finalità di copertura. Nell’universo del Fixed Income, con il supporto di un modello valutativo, monitoriamo circa 2.500 titoli e ricerchiamo mispricing di mercato. Può essere sulla curva di un emittente, trattarsi di un disallineamento tra una emissione ed il settore di appartenenza o tra diversi settori a parità di “rischio paese”, essere una differenza di rendimento tra emittenti simili, uno spread del credito rispetto al tasso o una differenza di prezzo di mercato di una emissione quotata su più venues: il gestore analizza i segnali e decide su quali operare. Ne deriva che il turnover del fondo è molto elevato quindi il portafoglio cambia continuamente.  

Specchio Brexit, Cina, energia e tensioni geopolitiche. Come vede i prossimi mesi per i mercati? 

Le variabili da prendere in considerazione e che possono influenzare il mercato in una o nell’altra direzione  sono ancora troppe. La Cina sta affrontando problemi sulla crescita che, dopo 40 anni ha incominciato a rallentare, preoccupando l’economia globale; il petrolio ha perso nel 2015 quasi metà del suo valore tornando ai prezzi del 2004 e destabilizzando il mercato delle materie prime; gli indici di volatilità sono ancora alti e le tensioni geopolitiche, in particolare con la situazione siriana, sono ancora lontane da una risoluzione. Inoltre i dati sull’economia europea, seppur positivi, sono ancora troppo fragili, l’inflazione stenta a ripartite e la disoccupazione scende a ritmi troppo bassi. In una situazione così incerta, sul nostro portafoglio restiamo per lo più difensivi.