A parte l'inflazione, le domande più frequenti che riceve Robert Almeida, portfolio manager e global investment strategist di MFS IM, riguardano le prospettive di performance delle diverse asset class. “Dal momento che le azioni valgono più delle parole, i portafogli che gestisco dovrebbero rivelarvi le mie opinioni riguardo alle opportunità e ai rischi relativi. Tuttavia, apprezzo le domande, dal momento che la maggior parte degli strategist che conosco non gestisce patrimoni. Sono sicuro che alcuni di loro hanno responsabilità di gestione dei portafogli, ma personalmente non ne conosco molti”, afferma. A suo avviso, vi è un'importante differenza tra il modo in cui il denaro viene effettivamente allocato e ciò che viene affermato durante un'intervista o in un articolo. “È facile esprimere un giudizio quando il capitale non è a rischio. Personalmente, trovo molto più utile analizzare il budget di rischio dei portafogli”, spiega.
Rendimento atteso
Secondo l’esperto vi sono tre fattori cruciali da considerare quando si determina il peso di un asset in un portafoglio. Il primo è il rendimento atteso. “Dato che i flussi di cassa determinano il rendimento dell'investimento, è importante domandarsi quali sono le prospettive dei cash flow a lungo termine o lo scenario di base dell'investimento”, dichiara.
Distribuzione attesa del rendimento e volatilità
Il secondo fattore da valutare è la distribuzione attesa del rendimento e la volatilità. “Che aspetto potrebbe avere la distribuzione dei cash flow? Quanto è ampia la gamma di possibili risultati? Quale potrebbe essere la volatilità dei rendimenti? Come si presenta la "coda sinistra", ossia, cosa potrebbe andare terribilmente storto? Qual è l'asimmetria del potenziale di rendimento rispetto al rischio?”, queste sono a suo giudizio alcune questioni chiave da porsi.
Correlazione attesa
Il terzo è la correlazione attesa. Tra le domande che secondo Almeida è indispensabile farsi vi sono le differenze tra le fonti di cash flow potenziali, come potrebbero interagire i flussi di rendimento con gli altri asset in portafoglio o infine come un determinato asset contribuirà a diversificare o a concentrare il rischio di portafoglio esistente. “Dal momento che il futuro è incerto, possiamo solo formulare ipotesi quando cerchiamo di rispondere a queste domande”, afferma.
Le sue ipotesi all'inizio del 2022 erano che i tassi d'interesse fossero troppo bassi e che gli attivi rischiosi fossero sopravvalutati. Durante l'anno le curve dei rendimenti si sono mosse al rialzo e gli asset rischiosi hanno subito una correzione. Ma adesso?
Nonostante la sua ipotesi secondo cui la politica monetaria diventerà sempre più restrittiva al fine di attenuare la domanda aggregata, e in definitiva l'inflazione, l'appiattimento e l'inversione delle curve dei rendimenti riflettono ciò che l’esperto riteneva da qualche tempo: deboli prospettive di crescita economica a medio e lungo termine. “Sebbene i tassi a lungo termine possano aumentare a fronte del ridimensionamento dei bilanci delle banche centrali e dell'aumento dell'offerta che fa salire il premio al rischio legato alla detenzione di obbligazioni sovrane, riteniamo che gran parte del repricing sia già alle nostre spalle, il che accresce l'attrattiva delle obbligazioni di alta qualità e a lunga duration rispetto ad altre attività finanziarie”, afferma.
Su quali asset puntare nel contesto attuale
Di conseguenza, già da diversi mesi il team di MFS IM ha iniziato a rafforzare in misura significativa le aree dei Treasury USA AAA, delle emissioni di agenzie e dei mortgage-backed security nei portafogli multisettoriali orientati al reddito che gestisco. “A titolo di paragone, la ponderazione attiva dei titoli con rating AAA è la più elevata mai registrata da quando gestisco la strategia”, rivela.
Al contempo, poiché i rendimenti nominali sono aumentati e gli spread sono quasi raddoppiati rispetto ai minimi di un anno fa, il gestore ha chiuso il sottopeso sul credito investment grade statunitense. “Benché gli spread potrebbero ampliarsi a fronte dell'aumento dei rischi di recessione, a mio avviso queste obbligazioni offrono un valore strategico o di lungo periodo, visto il loro basso rischio di default. Rispetto ad altri asset rischiosi, il rendimento potenziale per unità di rischio del credito statunitense è diventato nettamente più interessante in quanto le gamme dei risultati si sono ridotte”, analizza.