Come viene valutato un fondo da MPS?

Massimo Cenci, responsabile Servizio Advisory e Gestioni Patrimoniali, Banca Mps

La funzione di Gestione Patrimoniale di Banca Monte dei Paschi di Siena amministra i portafogli per i clienti privati ed istituzionali della Banca, con possibilità di elevati livelli di personalizzazione. La strategia di gestione sfrutta sia le opportunità di medio termine che, tatticamente, le dislocazioni sui mercati via via che si manifestano, utilizzando allo scopo titoli azionari ed obbligazionari, fondi comuni ed ETF, e selezionando i singoli strumenti in funzione della loro efficienza rispetto alla finalità. Il team è formato da specialisti nella selezione e gestione di portafogli di fondi comuni ed ETF, e da esperti in  analisi fondamentale e gestione portafogli di titoli azionari/obbligazionari, coadiuvati da un  gruppo di analisti quantitativi. "Condividiamo settimanalmente le analisi sulle singole opportunità di mercato e mensilmente gli approfondimenti sul rumore di fondo che guida la tattica e la strategia", spiega Massimo Cenci, responsabile Servizio Advisory e Gestioni Patrimoniali di Banca Mps.  

Processo selezione dei fondi   

"La selezione dei fondi comuni ed il loro monitoraggio è il risultato di una continua due diligence che si basa su elementi quantitativi e qualitativi. I modelli quantitativi su cui ci basiamo non sono performance chasing, ossia non vi è implicita la credenza che un fondo che ha fatto bene (secondo una o più metriche) continuerà necessariamente a far bene anche in futuro", spiega il manager.

L’analisi qualitativa si concentra in via preferenziale, ma non esclusiva, sui sottoinsiemi selezionati dall’analisi quantitativa. "Naturalmente il fund selector raccoglie informazioni sulle case di investimento: le filosofie di investimento, gli obiettivi del fondo, le investment guidelines, il processo di investimento e lo stile di gestione, i team e le risorse dirette e indirette che vengono dedicate, il risk management. È tuttavia cruciale anche la conoscenza diretta del team di gestione: attraverso incontri dedicati e conference call è possibile recuperare informazioni qualitative importanti", precisa. "Particolare attenzione viene inoltre dedicata, in sede di costruzione di portafoglio, a due aspetti: diversificazione multidimensionale (sicuramente con riferimento agli stili di gestione, ma anche a caratteristiche come la dimensione del fondo) e adeguatezza alle view interne di mercato".

Il team fa uso anche di un discreto uso di strumenti passivi per diversi motivi: "contenere i costi e abbassare il rischio attivo di alcune componenti di portafoglio che riteniamo abbiano un basso alpha da estrarre e dove prediligiamo l’asset allocation come fattore principale nella generazione del valore; completare la gamma di strumenti a disposizione per l’implementazione delle strategie di nostro interesse; infine, sfruttare il market-timing per operazioni tattiche".

 Valutazioni ESG

Le valutazioni ESG introducono una rilevante terza dimensione, oltre alle due classiche del piano rischio/rendimento, ossia si ha un cubo decisionale e non più un piano. Questo introduce vari livelli di complessità:

  • La stima dell’intensità ESG di una società: i punteggi, calcolati in-house o da fornitori di valutazioni ESG, sono spesso discordanti, in funzione delle diverse dimensioni analizzate e dei processi di valutazione delle stesse;
  • la regolamentazione EU come moving factor in fase di accelerazione;
  • il green-wishful thinking di molti prodotti mal disegnati: "ad esempio, che escludono il 10% delle azioni peggiori dal lato ESG, ma poi, ottimizzando per minimizzare il tracking error volatility, riallocano questo 10% alle azioni più correlate a quelle escluse, che sono spesso nel secondo peggior decile di desiderabilità ESG", conclude Cenci.