ESG, la sfida del fattore 'S' per asset manager e istituzionali

Salone SRI Roma
Salone SRI, Roma. Foto concessa da salone.SRI

La sostenibilità è una partita che si gioca alla pari nell’integrazione dei tre fattori che ne compongono la sigla ESG. L’unione delle caratteristiche ambientali (‘E’ di environmental), sociali (‘S’ di social) e di governance (‘G’) all’interno della propria politica di investimento è un buon punto di partenza per selezionare le aziende in grado di supportare la transizione verso un’economia più sostenibile. Non tutti i fattori, però, sembrano avere lo stesso peso nell’approccio agli investimenti. “Siamo abituati a sottovalutare l’acronimo ‘S’ di ESG”, spiega Alfonso del Giudice, professore ordinario di Finanza aziendale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Master in Finanza sostenibile di Altis. “Per le altre lettere abbiamo metriche più mature. La normativa è partita subito con la parte ambientale come primo rischio da modellare”, rimarca del Giudice, tra i partecipanti del panel dedicato al fattore ‘S’ nella prima giornata dei lavori del Salone SRI, per la prima volta in presenza a Roma.

Questo è un articolo riservato agli utenti FundsPeople. Se sei già registrato, accedi tramite il pulsante Login. Se non hai ancora un account, ti invitiamo a registrarti per scoprire tutti i contenuti che FundsPeople ha da offrire.