La moto come mezzo per sognare “quello che conta in un viaggio non è arrivare, ma godersi il tragitto”

unnamed-1
-

Spesso mi trovo a percorrere la SS9 Via Emilia. L’ultima volta era agosto, tornando da una grigliata di pesce nella mia casa di campagna. Decido di mettermi in moto verso le 21.30. Salito in sella e con la prima inserita, è come sei i miei muscoli si allentassero e la mia testa si svuotasse, riuscendo a liberare quel senso di appagamento che la bella serata passata in compagnia mi ha saputo regalare.

Il sole sta ormai tramontando; la campagna inizia a brulicare di animali selvatici che escono per mangiare e le balle di fieno all’orizzonte regalano una cornice di quiete. Il vento sul volto e i profumi mescolati a quel vortice di emozioni che il rombo e le vibrazioni del motore sanno regalare mi accompagnano fino a casa, in una Milano semi-deserta. Ecco, questo è godersi il tragitto: una via normalissima, neppure ricca in termini paesaggistici e di divertimento di guida; eppure la moto ha reso questo viaggio di ritorno una poesia.

Verso l'Est Europa

Ho girato gran parte d’Europa in moto: da est a ovest, attraversando Paesi e trovando culture e climi molto diversi tra loro. In particolare, ricordo come se fosse ieri 'la cavalcata nell’est', compiuta diversi anni fa con una vecchia Honda Transalp insieme a mio padre che, invece, era in sella ad una Triumph Tiger. Un tour di sei giorni che ci ha portati ad attraversare Austria, Slovacchia, Ungheria e Slovenia, per un totale di 2.500 km. Decidemmo di organizzare il viaggio step by step,senza alcun vincolo. La bellezza del viaggiare in moto è che ti devi adattare: ci possono essere giorni di pioggia battente che ti fermano, giorni di sole che illuminano l’orizzonte e scaldano la pelle, giorni in cui la brezza è così forte da costringerti a coprirti di più. Non hai l’obbligo di rincorrere una tabella di marcia prefissata. Viaggiare in moto è rock, è stare on the road, a cavallo del 'mezzo', macinando chilometri di strade dritte o curve, sconnesse o sterrate, in riva al mare o in montagna … insomma, viaggiare!

Dopo due giorni dalla partenza, quando ormai era sera, stavamo cercando un alloggio dove passare la notte. Trovammo, appena fuori da Bratislava, un 'grazioso' – nei limiti di quanto possano dirsi graziose le strutture ricettive nella periferia di Bratislava – Bed&Breakfast. Posteggiammo le moto nel giardino del B&B, notando subito altre due moto con targa italiana (da quelle parti la presenza di italiani è davvero insolita!). Stringemmo subito amicizia con i due proprietari, due intrepidi centauri veneti sulla sessantina, che si trovavano anche loro in esplorazione del selvaggio est europeo. Così decidemmo di proseguire il viaggio insieme, passando per l’Ungheria e per la Slovenia a cavallo delle nostre moto condividendo la strada, il cibo, le serate e le visite nei luoghi di interesse. Anche alcuni momenti esilaranti, come quando sul traghetto per passare da una sponda all’altra del lago Balaton, la moto di mio papà, evidentemente non ben ancorata, con un bella onda tirò giù tutte le altre moto, proprio come nel gioco del domino.

Al termine del giro in Slovenia decidemmo di separarci: loro sarebbero scesi verso il mare in Croazia; noi saremmo rientrati lentamente in Italia. Giunti nel nostro Paese, sentimmo la necessità di gustare del buon cibo nazionale. Così decidemmo di dirigerci verso Muggia, in provincia di Trieste, per fare un’ottima mangiata di pesce. Il giorno seguente, non ancora esaurita la voglia di prelibatezze nostrane, invece di tirare dritto su Milano, virammo verso le colline piacentine, alla volta dello gnocco fritto accompagnato da ottimi salumi locali. L’ultima notte on the road la passammo in campagna, rientrando al mattino presto in città.

Libertà e adrenalina 

Viaggiare su due ruote dona un senso di libertà ineguagliabile, che si mescola all’adrenalina di dover dominare la cavalleria che scalpita sotto la sella. Un misto di essenzialità che accomuna i gesti di guida, la natura che ti circonda e la meccanica in movimento. Sì, è vero, prima di essere veri motociclisti, bisogna anche essere appassionati di motori; una passione imprescindibile che porta a vedere nella moto non un semplice mezzo di trasporto ma un vero e proprio stile di vita.

“In un viaggio in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso rispetto alla macchina",  diceva lo scrittore statunitense Robert M. Pirsing. "In macchina sei in un abitacolo; ci sei abituato, e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente.”