Secondo il Global sustainable investment review l'Europa cresce a doppia cifra in termini di investimenti SRI. E l'Italia negli ultimi due anni è passata dal 5 al 9% di masse. Ecco chi fa meglio nel 2018.
Le conseguenze sociali e ambientali delle attività in cui si investe rientrano sempre più nei piani e negli obiettivi delle case di gestione. Il mondo del socially responsible investing, d'altronde, vale oltre 23 mila miliardi di dollari a livello globale, pari ad oltre un quarto delle masse in gestione, almeno secondo l’ultimo Global sustainable investment review, il più importante report sull’SRI realizzato su scala internazionale.
Per questo stesso report, poi, l’Europa risulta più avanti rispetto agli Stati Uniti. Cresce a doppia cifra e rappresenta oltre il 50% degli investimenti complessivi improntati alla sostenibilità. In questo contesto, si segnala anche una buona performance dell’Italia, che negli ultimi due anni è passata dal 5 al 9% circa delle masse SRI europee. Varie sono le strategie e quest'anno sicuramente il Salone del Risparmio le sviscererà tutte fino a fondo. Ma intanto, guardando ai dati di Assogestioni, nonostante un brutto 2018 per l'industria dei fondi d'investimento e del risparmio gestito, abbiamo tirato fuori la classifica delle società più "etiche" dell'anno, confrontando la raccolta dal I al IV trimestre 2018. Svetta ancora una volta Intesa Sanpaolo, con oltre 2 miliardi di raccolta, seguita da Amundi (713 milioni) e UBI Banca (477 milioni). In totale i 167 fondi etici e sostenibili censiti da Assogestioni hanno raccolto oltre 3 miliardi, per un patrimonio complessivo di circa 18,5 miliardi.
Fonte: Assogestioni. Elaborazione propria.