Nel corso del 2015 i Family Office hanno aumentato la propria propensione al rischio. Il dato emerge dall’indagine dal titolo ‘Global Family Office Report 2015’ che ha rivelato come quest’anno i family office abbiano scelto di ridurre il portafoglio obbligazioni, in favore di azioni e investimenti in fondi. Un cambio di rotta che ha portato all’inevitabile divisione in due categorie: quelle che hanno una strategia d’investimento conservativa (in calo dal 26% al 21% negli ultimi 12 mesi) e quelle che attuano una strategia bilanciata (in aumento di quattro punti percentuali, al 50%). Emergono inoltre alcuni dati interessanti. Come, per esempio, il fatto che lo stipendio medio del CEO del family office è di 333mila dollari; che il 22% del portafoglio di un family office medio è in private equity; che molte strutture seguono le strategie di hedge fund anche se sono coinvolti maggiormente in long/short equities e che quelli impegnati nella filantropia investono circa il 2,5% delle masse in gestione.
Emerge poi però anche un dato un po’ preoccupante: un terzo (32%) dei family office non hanno procedure di gestione dei rischi o controlli sulla reputazione della famiglia. Commenta Philip Higson, vice presidente di UBS Global Family Office Group: “anche se, a parole, le strutture si dicono focalizzate a guardare oltre al solo investimento, la reputazione non ha sempre l’attenzione che merita. Nell’era digitale questo è un grosso rischio per le famiglie”. Sulla base delle risposte date da dirigenti e top executive di 224 family office emerge che ogni singolo family office ha un asset medio di 806 milioni di dollari. E che i costi sono cresciuti.
Quanto alla cresciuta propensione al rischio, questa è stata “l’inevitabile conseguenza degli alti rendimenti registrati lo scorso anno, favoriti dalla continua interazione con la banca centrale, che ha cercato di mantenere bassi i tassi d’interesse”, ha spiegato Dominic Samuelson, chief executive di Campden Wealth. Secondo il report, il family office medio ha un costo di circa 8 milioni di dollari l’anno, di cui il cui 20% viene destinato al pagamento di commissioni per le performance di un manager esterno e un ulteriore 20% per servizi fiscali e legali. Infine emerge che per i family office, nel 2015, i rendimenti più alti proverranno probabilmente da private equity e dal campo immobiliare. Due settori sempre più in crescita: il family office medio avrebbe investito finora circa 105 milioni di dollari nel real estate e 177 milioni in attività di private equity, compreso venture capital e co-investimenti.