Negli ultimi 20 anni, il Messico ha alternato periodi di crescita non equilibrata a periodi di crisi, mettendo in discussione la sostenibilità del suo modello economico. A seguito della vittoria di Trump alle elezioni americane abbiamo assistito a un fuga di capitali dal Paese, accompagnata da un’elevata volatilità del peso messicano e da un’accelerazione dell’inflazione che ha aumentato i rischi politici del Paese. In Messico osserviamo un evidente rischio inflazionistico, con l’inflazione che ha raggiunto il 6,30% nella prima metà di giugno, ben al di sopra del target stabilito dalla Banca del Messico (Banxico), pari al 3% ±1%. Il Banxico sta cercando di sostenere la valuta domestica con la sua politica monetaria in quanto la svalutazione del peso aumenterebbe la pressione inflazionistica. A tal proposito, al fine di contrastare la pressione inflazionistica, a giugno la Banca del Messico ha deciso di aumentare nuovamente il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 7%. Secondo le previsioni del Banxico, l’economia messicana dovrebbe chiudere il 2017 con una crescita del PIL del 2%, anche se la crescita del Paese potrebbe essere rallentata dall’incertezza politica interna e dal problema di insicurezza pubblica.
Messico, incertezza politica interna e pressione inflazionistica

Eneas de Troya, Flickr, Creative Commons
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