A colloquio con le depositarie: l’imperativo sostenibile

Sostenibilità
Sostenibilità

Sostenibilità, ESG e investimenti socialmente responsabili (SRI) sono concetti ormai acquisiti in ambito finanziario e bancario. La svolta in termini di capillarità dell’argomento è arrivata negli ultimi anni, quando si sono coagulate le spinte interne (la richiesta di clienti e operatori) e regolatorie (pietra miliare l’Action Plan sulla finanza sostenibile della Commissione UE nel 2018) andando a definire obiettivi e punti fermi della “evoluzione sostenibile”. Un’evoluzione che deve essere supportata dagli stessi attori del mercato. In primis: le banche. Dalla capacità di raccolta dati alla definizione di obiettivi comuni (come quello Net Zero), dalle policy interne alla regolamentazione, abbiamo esplorato gli imperativi ESG per le depositarie nel colloquio con Federico Viola, Responsabile Sales and Client Coverage per Italia, Medio Oriente e Nord Africa (MENA) di State Street International Bank GmbH – Succursale Italia; Maurizio Tacchella, Direttore, Banca Depositaria, BFF Bank; e Giorgio Solcia Direttore Generale di CACEIS Bank, Italy Branch.

STATE STREET: INTEGRAZIONE E GESTIONE DEGLI ESG, UNA SFIDA (ANCHE) PER IL FUTURO

Federico Viola
Federico Viola, State Street

La sostenibilità è un “tema caldo”, sostiene Federico Viola di State Street, “sicuramente uno dei più caldi negli ultimi mesi (e probabilmente negli anni a venire) insieme al tema dei private markets”. Secondo l’esperto il grosso delle sfide future riguarderà appunto “l’integrazione e la gestione di tematiche ESG all’interno di asset class che in passato erano meno coperte da ‘angoli’ di questo tipo”. In particolare, soffermandoci a titolo semplificativo sulla E dell’acronimo, ossia il tema ambientale e, più in generale, per quanto riguarda “gli obiettivi Net Zero, che dovremo trattare nelle agende dei nostri clienti e delle aziende di tutto il mondo”. Alla base della considerazione la consapevolezza che “gli investitori stanno già decarbonizzando i propri portafogli”. Viola cita a questo proposito una ricerca di State Street Associates che mostra come, a livello aggregato, la carbon intensity dei portafogli degli investitori istituzionali sia calata di un terzo da gennaio 2019 a ottobre 2021. “Questo significa che gli investimenti hanno subito un cambio di ownership”, precisa indicando come tale cambiamento sia focalizzato sui cosiddetti ‘brown asset’. “Ciò non aiuterà necessariamente e in tempi brevi a guidare il mondo verso l’obiettivo Net Zero, ma la risposta secondo molti osservatori, è quella di rimanere investiti in asset class brown proprio per facilitare la transizione. Perciò ci aspettiamo un approccio verso il Net Zero che includa investimenti massicci in energie rinnovabili e il mantenimento responsabile di posizioni verso investimenti cosiddetti brown”. Un tema interessante riguarderà poi “comprendere l’evoluzione della normativa e come i regulator andranno ad accompagnare questi due aspetti”.

Sempre dal punto di vista normativo, Viola cita “come input per riflessioni future” il mondo delle COP, con un focus sulla riduzione di emissioni di gas serra incluse le emissioni Scope 3, ossia le emissioni indirette. “Poco sorprendentemente la maggioranza delle emissioni di un’azienda rientra nell’ambito delle Scope 3 – afferma l’esperto –. Ci aspettiamo, a questo proposito, che sia i consumatori sia gli investitori guardino con sempre maggiore attenzione a questo aspetto e riteniamo che a breve (parliamo di mesi o di anni) ogni singolo prodotto possa richiedere una certificazione o una metrica di misurazione dei gas serra che comprenda anche le emissioni Scope 3”. Qui entra in gioco il tema della raccolta dati su questo tipo di emissione “una sfida ancora più grande rispetto al resto del mondo di dati in ambito ESG”, continua Viola sottolineando come gran parte del lavoro in questi ambiti sia indirizzato alla gestione della complessità nella raccolta, lavorazione e distribuzione di dati con un focus specifico sugli ESG.

Si pone così il tema dell’integrazione di questi concetti all’interno della filiera degli investimenti, ed emerge anche quello della mancanza di standard e di dati omogenei. Ed è proprio su questo punto “che determinati operatori come State Street, con la loro capacità di elaborazione di ampie moli di dati, vanno ad aiutare e a supportare tutta la filiera”. La “potenza di fuoco” descritta da Viola rientra in un’offerta completa in ambito ESG di State Street, che prende il nome di Total ESG Solutions “e va a interrogare i vari aspetti della catena operativa: tutto il mondo di supporto all’analisi, gestione e distribuzione dei dati; l’incorporazione degli stessi all’interno della filiera di investimento tramite una serie di strumenti che includono la stewardship, le metriche di rischio e analytics e il controllo dei flussi di dati”. La presenza di un’unica piattaforma è appunto il cuore dell’offerta ESG che, “integrata con le altre soluzioni di data management come State Street Alpha, consente di abbattere le barriere di costo ed elaborazione delle piattaforme tradizionali, garantendo una velocità e varietà delle informazioni impensabili fino a qualche anno fa”.

BFF: LA SOSTENIBILITÀ PASSA ANCHE DALL’IDENTITÀ DELLA BANCA

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Maurizio Tacchella, BFF

Nel definire l’impegno ESG di BFF Bank, Maurizio Tacchella parte da una considerazione contingente: una banca depositaria (nello specifico) o un istituto di credito (in un’accezione più allargata) che fornisce servizi alla clientela con principi ESG “deve agire con la giusta attenzione e sensibilità non solo in termini di compliance alla normativa di riferimento, ma anche nei confronti del mondo della sostenibilità”. Sul fronte normativo Tacchella sottolinea come “l’attenzione verso la sostenibilità sia ormai diffusa in qualsiasi tipologia di investimento nell’ambito del risparmio gestito”. Il riferimento va all’introduzione della Sustainable Finance Disclosure Regulation nel marzo 2021: “Un passaggio importante – prosegue Tacchella – che ha un effetto sui fondi comuni, ma anche sull’attività dei fondi pensione e delle Casse, e che estende la sua azione anche ai FIA, soprattutto nell’ambito degli investimenti immobiliari”. E dal momento che gli aspetti di sostenibilità sono presenti non soltanto sul fronte normativo, ma anche su quello dei regolamenti e dei mandati di gestione “il depositario deve essere pronto a fornire, dal punto di vista delle attività di controllo, un monitoraggio puntuale sulla verifica dei limiti di investimento prevista e indicata nei mandati di gestione e nei regolamenti dei fondi”.

Una criticità nota è quella legata all’assenza di rating ESG 'univoci'. “Il mercato ancora oggi è costellato da diversi rating provider che forniscono comunque indicazioni differenti e non confrontabili tra loro. L’assenza di armonizzazione in tal senso è un fatto di cui noi, come banca depositaria, dobbiamo tener conto”.  Appunto per ovviare a questa criticità BFF ha attivato, nel corso del 2021, una serie di verifiche interne volte a “certificare che un determinato portafoglio sia effettivamente sostenibile in linea con il dettato normativo”. Contestualmente, a supporto della funzione finanza e delle strutture interne dei fondi, “abbiamo un servizio di reporting ESG che, tramite un provider individuato da BFF o anche in collaborazione con i provider a cui si affidano i nostri clienti, consente di effettuare una corretta e adeguata classificazione degli strumenti finanziari presenti in portafoglio secondo i rating ESG individuati. Non solo – conclude Tacchella –, con questo strumento siamo anche in grado di indicare i titoli migliori e peggiori e fornire informazioni su potenziali controversie in cui incorrono gli emittenti”.

Infine, in BFF, l’attenzione alla sostenibilità tocca anche l’ambiente di lavoro: il direttore ricorda come di recente BFF abbia firmato con Fondazione Fiera Milano un accordo per l’acquisto e lo sviluppo di un’area destinata a ospitare la nuova sede centrale della Banca. Prenderà il nome di “Casa BFF”, “e sarà costruita nel rispetto di elevati standard di sostenibilità, come già fatto per i nostri uffici spagnoli a Madrid in Spagna e quelli di Łódź in Polonia. La sostenibilità, insomma, deve essere un filo conduttore dell’azione dell’Istituto e una componente sempre presente anche nelle attività di tutti i dipendenti”.

CACEIS: IL RUOLO “RESPONSABILIZZANTE” DELLE BANCHE NELLA TRANSIZIONE

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Giorgio Solcia, Caceis

Una prospettiva allargata all’azione generale del comparto bancario. È il punto di partenza di Giorgio Solcia nell’individuare il perimetro entro cui CACEIS esplica la sua azione sostenibile. “Si assiste a una sempre maggiore consapevolezza da parte delle grandi corporate a operare e collaborare in maniera fattiva alla sfida globale della sostenibilità”, afferma il DG sottolineando come la capogruppo Crédit Agricole sia entrata a far parte della Net Zero Banking Alliance (NZBA), alleanza promossa ad aprile dello scorso anno in seno alla United Nations Environment Programme Finance Initiative (UnepFi) che riunisce 106 istituti per oltre 68 mila miliardi di dollari di patrimonio (dati a marzo 2022). Obiettivo della NZBA, continua Solcia, “è raggiungere zero emissioni nette al 2050, un traguardo che può apparire lontano nel tempo, ma è preceduto da obiettivi intermedi al 2030 e un monitoraggio costante dell’avanzamento ogni cinque anni”. Gli istituti assumono, in questa sede, un ruolo “molto responsabilizzante, che mette in luce quanto le banche possano essere centrali in questo processo nel proprio ruolo di finanziatori, in quanto in grado di veicolare più denaro sulle corporate virtuose, concentrando risorse finanziarie su chi ha ben chiara la necessità di adottare politiche di sostenibilità importanti”. Allo stesso modo la depositaria, in qualità di asset servicer, può “sicuramente supportare i propri clienti, se investitori virtuosi, con i propri servizi”.

CACEIS ha messo a punto un primo esempio con l’adozione di principi sostenibili nell’ambito del Securities Lending: “Questo si è tradotto anche in una maggiore trasparenza dei dati, permettendo l’applicazione di criteri ESG alla selezione tanto delle controparti, i cosiddetti borrower, quanto del collateral”. Un’altra iniziativa promossa da CACEIS è il finanziamento di fondi di private equity e real estate, nell’ambito dell’attività di depositario, in progetti ESG compliant con il Bridge Financing, “un’attività ancillare di finanziamento con la quale la nostra casa madre ha supportato la piattaforma di investimento in infrastrutture per l’idrogeno verde HY24, nata lo scorso autunno come joint venture tra Ardian e FiveT Hydrogen. La HY24 è una ManCo che lancerà il Green Hydrogen Infrastructure, primo fondo mondiale per dimensioni di investimento sulle tematiche relative alla produzione di idrogeno verde. Si parla di un investimento superiore a 1,5 miliardi di euro in questo ambito”.

Nel dettaglio dei prodotti forniti da CACEIS a supporto di istituzionali quali Fondi Pensione o Casse di Previdenza “da tempo abbiamo implementato il nostro ESG and Climate Reporting Solution – prosegue Solcia –. Si tratta di un servizio che consente di applicare uno Scoring ESG agli investimenti effettuati dai gestori per conto degli istituzionali, tramite il calcolo della carbon footprint o della climate performance degli stessi investimenti in una dashboard interattiva, che fornisce una maggiore consapevolezza dell’investimento fatto e anche un controllo dell’attività ESG dei gestori da parte degli istituzionali”. Torna nel discorso di Solcia un concetto valido “sia per le banche di asset servicing sia per qualsiasi altro attore del mondo finanziario, e non solo: quello che deve fare oggi una corporate è diventare una corporate virtuosa”. Il tema già esplorato della ‘ESG Identity', insomma, con riferimento “ai processi interni con gli stakeholder, con gli employees, con i fornitori”, tutti i soggetti nei cui confronti la banca e qualsiasi attore finanziario deve essere in grado di applicare policy ESG. A questo proposito il DG ricorda come la stessa CACEIS sia da tempo auditata da Ecovadis (provider di business sustainability rating ESG) e nel 2020 abbia ottenuto “la medaglia Platinum con un punteggio di 77 su 100 che ci fa rientrare nel top 1% del nostro settore come attenzione alle politiche ESG”.