State Street, asset digitali: la tokenizzazione è alle porte

FedericoViola
Federico Viola

Contributo a cura di Federico Viola, responsabile Sales and Client Coverage per Italia, Medio Oriente e Nord Africa (MENA) di State Street International Bank GmbH – Succursale Italia.

L’interesse da parte dei gestori e degli investitori istituzionali per gli asset digitali continua a crescere e con esso si sta intensificando anche l’impegno delle banche depositarie nello sviluppo di un’infrastruttura finanziaria adatta a cogliere il potenziale della tokenizzazione degli asset, che potrebbe portare ad aumento della liquidità, maggior trasparenza e transazioni più veloci. Per stare sempre al passo con le evoluzioni dell’industria del risparmio gestito, State Street Digital ha recentemente sottoscritto un accordo di licenza con Copper.co, provider londinese di servizi istituzionali di custodia di asset digitali e infrastrutture di trading. L’obiettivo è di supportare i clienti nel processo di transizione verso la nuova digital economy attraverso lo sviluppo di un’offerta di servizi di custodia di asset digitali che permetterà ai clienti istituzionali di custodire e depositare i loro asset digitali in uno spazio protetto gestito da State Street.

Cosa si intende quando parliamo di asset digitali e di tokenizzazione?

La tokenizzazione è il processo attraverso il quale asset, tangibili e intangibili, sono riportati su sistemi che si basano sui cosiddetti Registri Distribuiti o DLT. Poiché rappresentano il valore degli asset (azioni, obbligazioni e anche prodotti dei private markets quali quelli del real estate) attraverso token digitali, essi possono essere posseduti, immagazzinati e trasferiti attraverso la tecnologia blockchain. Le prime applicazioni di tale processo hanno riguardato la tokenizzazione del denaro e del processo dei pagamenti digitali ed erano finalizzate a fornire un’alternativa all’attuale modello di mercato dei sistemi dei conti correnti, basati sulla verifica dell’autorizzazione ad avviare una transazione. La tokenizzazione funziona diversamente: per iniziare una transazione, i partecipanti alla rete, infatti, devono dare prova di conoscere un valore criptato. Questa idea di un modello basato sui token presenta, tuttavia, alcune implicazioni. Se da un lato i partecipanti potrebbero allargare il loro accesso diretto alle reti finanziarie, e si potrebbe concretizzare il concetto di denaro programmabile, dall’altro in un ambiente così decentralizzato la privacy dei dati potrebbe essere messa in discussione.

Il crescente interesse a tokenizzare sempre più asset ha portato a classificare i token in modi diversi. Token come il Bitcoin e l’Ethereum sono a volte indicati come “token di pagamento”, poiché possono essere utilizzati come forme alternative di pagamento - ma sulla blockchain. Un'applicazione della tokenizzazione dei contanti dal settore privato coinvolge le stablecoins, un tipo di moneta digitale progettata per ancorare il prezzo di una criptovaluta e annullarne la volatilità. Tali modelli possono anche essere utilizzati per i pagamenti internazionali che coinvolgono il tasso di cambio, incoraggiando una più ampia adozione da parte degli investitori istituzionali. D’altra parte, i security token sono semplicemente titoli che vengono emessi utilizzando la blockchain. Ciò che li rende unici è che potrebbero essere emessi e regolati in forma elettronica senza la necessità di infrastrutture di mercato centrali.

Anche il settore pubblico riconosce oggi il potenziale della tokenizzazione e sta iniziando a proporre delle soluzioni per sostenere un futuro ecosistema di token. Le banche centrali, in particolare nell’area dell’Asia- Pacifico, stanno cercando di emettere valute fiat come token con l’obiettivo di migliorare la disponibilità e l’utilizzo del denaro della banca centrale nei pagamenti retail o wholesale. Sarà cruciale monitorare gli sviluppi delle eventuali valute digitali della valuta nazionale emessa e controllata dalla banca centrale, le cosiddette Central Bank Digital Currency (CBDC). Per quanto riguarda la tokenizzazione, le banche centrali dovranno chiedersi se stanno semplicemente cercando di sostituire o integrare la liquidità (e, quindi, i pagamenti retail) e creare CBDC a questo scopo, o se stanno guardando ai mercati dei capitali e ai pagamenti wholesale.  

Anche per l’industria del risparmio gestito vi sono delle implicazioni. La tokenizzazione offre la possibilità di investire in nuove asset class o di cambiare le dinamiche delle asset class tradizionali una volta che queste vengono trasposte nella blockchain. Nel frattempo, possedere asset digitali sulla blockchain permetterebbe ai gestori di tracciare con più attenzione i cambiamenti nei modelli di investimento e di ottenere migliori informazioni sui dati. Proposte più radicali riguardano la digitalizzazione della struttura generale di un fondo, rendendo così più facile per gli investitori la creazione di un portafoglio su misura in base al loro profilo di rischio-rendimento.