Costruire portafogli bilanciati in assenza di rendimenti obbligazionari

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Paolo Viale, CAIA, Senior Vice President, Client Advisory di Winton

Contributo a cura di Paolo Viale, CAIA, senior vice president, Client Advisory di Winton. Contenuto sponsorizzato.

Il rendimento del Treasury decennale statunitense è sceso sotto l'1% per la prima volta a marzo, quando gli investitori hanno dovuto affrontare il sell off su molte asset classe, dovuto all’'impatto della pandemia da Coronavirus. Mentre il lockdown imposto nella maggior parte delle principali economie mondiali è stato un evento straordinario, il nuovo livello minimo dei rendimenti del Tesoro ha rappresentato la prosecuzione di una tendenza al ribasso degli ultimi 40 anni riguardante i costi di finanziamento di governi e imprese. Sebbene, gli Stati Uniti siano entrati relativamente in ritardo nel territorio dei bassi rendimenti: I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni infatti sono scesi per la prima volta sotto l'1% nel 1998 e sono stati negativi dal 2016, così come i loro omologhi tedeschi e svizzeri.

US 10-Year Treasury Note Yields dal 1962

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Fonte: US Federal Reserve, as at 14 September 2020.

Ciò rappresenta una sfida per gli asset allocator. Dall'inizio del millennio, i titoli di Stato hanno fornito rendimenti costanti con una bassa correlazione con le attività di rischio, fornendo un prezioso contrappeso nelle allocazioni azionarie. Quando i mercati azionari erano in ribasso, gli investitori potevano contare sulle obbligazioni per mitigare le perdite. Ciò è stato evidente durante lo scoppio della bolla delle dotcom, la crisi finanziaria del 2008 e, ancora una volta, seppur breve, durante il bear market azionario di quest'anno.

Tuttavia, i rendimenti quasi nulli mettono in dubbio che questa classe di attivo possa continuare a svolgere un ruolo difensivo e diversificatore nei portafogli. In primo luogo, i rendimenti devono muoversi in territorio negativo per molti bond al fine di fornire lo stesso livello di protezione nelle crisi future. In secondo luogo, per un investitore che riceve un basso,se non nullo, rendimento dal possesso di titoli di Stato, significa che subisce un costo implicito, o esplicito nel caso di obbligazioni con rendimento negativo, per mantenere un'allocazione. Questo trascina la performance complessiva del portafoglio e potrebbe richiedere una maggiore assunzione di rischi per raggiungere gli obiettivi di rendimento.

Per costruire un portafoglio equilibrato, gli asset allocator potrebbero quindi essere tentati a considerare altre opzioni, come strategie long-short e multi-asset. Queste però devono avere un track record solido, come nel caso di Winton, ad esempio, che ne gestisce una da oltre due decenni. Le strategie mirano alla costruzione di portafogli diversificati che evolvono gradualmente in risposta a segnali di trading sistematici, che vanno dal trend following, carry e value, a fonti di rendimento più innovative.

Nonostante le strategie di Winton forniscano un'esposizione ai titoli di Stato, si possono usare più leve per dare al portafoglio un'inclinazione difensiva. Le strategie possono assumere posizioni lunghe in altre tipologie di asset considerati piu’ sicuri, come ad esempio l'oro, lo yen giapponese e il franco svizzero. Possono anche andare short sugli indici azionari e altre attività che possono essere correlate all’equity in periodi di stress. Ne sono un esempio le energie, i metalli di base e le valute dei mercati emergenti.

Le strategie di Winton non avranno sempre una posizione difensiva, poiché il loro posizionamento in un determinato momento è regolato dalla direzione prevalente di altri trend sui mercati e da altri indicatori di prezzo e fondamentali. È probabile, tuttavia, che gli asset allocators dovranno adottare strategie più flessibili ed innovative per poter navigare in un mondo in cui i rendimenti obbligazionari sono ormai svaniti.