Lo scorso anno private equity e venture capital hanno segnato in Italia un nuovo record assoluto di 9.788 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.
AIFI, in occasione del “Convegno Annuale Private Capital per le Imprese”, presenta i dati relativi al 2018, anno che ha segnato un nuovo record per gli investimenti nel private equity e del venture capital con un totale di 9.788 milioni di euro.
L’anno scorso si sono concluse 359 operazioni, un 15% in più rispetto l’anno precedente (311). Il 64% della raccolta proviene dagli investitori italiani e il restante 36% da investitori esteri. Per quanto riguarda le fonti di raccolta abbiamo al primo posto i fondi pensione e le casse previdenza e a seguire investitori individuali e family office, banche, settori pubblici e assicurazioni.
Un altro dato interessante è la distribuzione del numero di deal per ticket di investimento il quale ci mostra che, in Italia, il mercato più grande è rappresentato dalle PMI. “L’Italia sta ricoprendo un ruolo sempre maggiore nelle operazioni di private capital; anche al netto di large e mega deal, il 2018 è un anno record in termini di ammontare”, fa notare Anna Gervasoni, direttore generale AIFI. 
“Il 2018 è stato un anno particolarmente positivo per gli investimenti grazie ad alcune operazioni di dimensioni significative non solo nel segmento buyout, ma anche in quello delle infrastrutture”, commenta. 
Un altro trend crescente in Italia sono le operazioni di M&A. “Nel nostro Paese, le imprese tendono ad acquisire o fondersi con imprese che fanno la stessa tipologia di prodotto per allagare la gamma dell’offerta e ridurre i costi, aumentando così il mercato di sbocco. Meno frequenti sono invece le operazioni di M&A verticale, dove un’impresa acquisisce totalmente o in parte i propri fornitori”, commenta Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI. “In Italia, però, la maggior parte delle aziende continua a finanziarsi attraverso il canale bancario, soprattutto perché non vogliono perdere parte del controllo”.
Nell’ultimo anno, il governo ha puntato molto sul venture capital a cui ha dedicato l’impegno di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e ha imposto un vincolo di portafolgio del 3,5% ai nuovi PIR. “Tutte queste misure ammontano grosso modo a oltre un miliardo di euro l’anno che andrebbe a sostenere questo mercato”, commenta il presidente. “Quello che noi auspichiamo è che questa percentuale del 3,5% indirizzata al venture capital possa essere ampliata e supportare anche forme di private capital (come private equity e debt)”.