Alla ricerca di rendimenti interessanti attraverso gli emerging market bond

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Luca Sibani, Responsabile Investimenti Discrezionali e Total Return, Epsilon SGR

Tratto dalla rivista numero 26 Funds People - sezione Gestore Italiano.

Il 2018 è stato un anno turbolento per i mercati emergenti, che hanno dovuto affrontare le incertezze legate alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, subendo inoltre il rafforzamento del dollaro, il quale ha messo a dura prova le valute locali. Ciò nonostante, il debito emergente ha continuato ad attirare investitori in cerca di opportunità redditizie. Il fondo Epsilon Fund Emerging Bond Total Return, gestito da Epsilon SGR e istituito da Eurizon Capital SA, è risultato essere infatti una delle soluzioni preferite dai fund selector italiani nel 2018 e uno dei prodotti di SGR italiane che ha registrato maggiori flussi di raccolta negli ultimi tre anni, ottenendo così il rating Blockbuster Funds People 2019. 

“Le obbligazioni emergenti sono state tra le prime vittime del processo di normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti, che ha portato ad un incremento dei tassi a breve termine e ad un rafforzamento del dollaro americano”, spiega Luca Sibani, responsabile Investimenti Discrezionali e Total Return di Epsilon SGR, nonché gestore del fondo. “A pesare sull’andamento del 2018 sono state anche le valutazioni, che a inizio anno erano storicamente elevate. Oggi ci troviamo in una situazione meno problematica, alla luce dell’allargamento degli spread e in prossimità della fine del ciclo di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve”. 

La scommessa emergente

In un periodo storico in cui gli investitori sono alla continua ricerca di rendimenti positivi, i mercati obbligazionari dei Paesi emergenti possono offrire ancora ottimi risultati, se selezionati con cura. “Gli emergenti hanno registrato importanti progressi sia dal punto di vista macroeconomico che da quello della qualità delle istituzioni pubbliche preposte al controllo dei conti fiscali e delle variabili monetarie. Questi mercati restano sensibili al contesto finanziario internazionale che vede le principali Banche centrali dei Paesi sviluppati uscire da politiche monetarie espansive. Restiamo, tuttavia, in un contesto di limitate pressioni inflazionistiche con tassi di interesse tendenzialmente schiacciati che esaltano la ricerca di rendimenti più interessanti. L’asset class obbligazionaria rappresenta, nel medio periodo, uno strumento valido per ampliare l’universo investibile di un portafoglio globale”, spiega Sibani. 

L’anima del portafoglio

La strategia di investimento del fondo ricerca quei tratti della curva dei rendimenti che siano in grado di generare valore. “Essa è caratterizzata da due componenti di portafoglio: una ‘Buy&Hold’ che investe prevalentemente in strumenti obbligazionari a breve termine (scadenze entro i 36 mesi) emessi dai governi e dalle aziende dei Paesi emergenti con una copertura tendenzialmente totale del rischio di cambio. Questa componente mira a cogliere le potenzialità di ‘carry’, ossia a sfruttare i differenziali di rendimento delle obbligazioni emergenti rispetto a quelle dei Paesi core. C’è poi una componente tattica che investe in strumenti di credito con scadenza superiore ai 36 mesi o nei mercati valutari per cercare opportunità di rendimento o con finalità di copertura. L’analisi delle performance dal lancio del fondo nel 2008 evidenzia il contributo della componente ‘Buy&Hold’ pari a circa due terzi dell’apprezzamento totale”, aggiunge il gestore. 

Sibani pone particolare attenzione anche nella scelta degli strumenti in portafoglio. “Epsilon Fund Emerging Bond Total Return investe principalmente in obbligazioni governative denominate in valuta forte (dollaro o euro). A inizio 2019, i Paesi sui quali siamo maggiormente esposti sono: Messico e Brasile nell’area latinoamericana, Russia in Europa e Cina, India e Indonesia nell’area asiatica”, conclude l’esperto.