Azionario giapponese, fonte di diversificazione per affrontare l’instabilità politica europea

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Marco Orsi, country head Italy, SYZ AM

Fra i temi che stanno animando il dibattito della decima edizione del Salone del Risparmio vi è anche il Giappone come ottima opportunità di investimento sul fronte azionario. A portarlo è stata SYZ Asset Management, l'entità di gestione patrimoniale istituzionale del Gruppo SYZ. Abbiamo intervistato Marco Orsi, country head Italy della casa di gestione, per capire quali sono gli elementi che rendono attrattiva l'economia del Sol Levante per un investitore europeo e quali i principali vantaggi di un investimento nel mercato azionario giapponese.

Fonte di diversificazione
Le azioni giapponesi sono meno care dei titoli degli altri mercati sviluppati. Le valutazioni già integrano un rallentamento dell’economia globale e la revisioni al ribasso delle stime degli utili. Il multiplo P/B è ai minimi da 6 anni e questo dato rende il mercato giapponese piuttosto allettante in quanto gli investitori potrebbero aspettarsi guadagni annuali in linea con un rendimento dell'equity intorno all'8%”, spiega il responsabile. “Il rendimento da dividendo”, aggiunge, “è di circa il 2,4%, a cui possiamo aggiungere un altro 1% di riacquisto di azioni (si deve tener presente che durante questa ‘earnings season’ molte aziende hanno annunciato programmi di riacquisto significativi e inaspettati di azioni proprie come Softbank e Sony), per un rendimento totale agli azionisti superiore al 3,4%”.

Se analizzato a livello globale, poi, l’azionario giapponese rappresenta un'attraente fonte di diversificazione per affrontare i potenziali rischi legati all'instabilità politica europea. “Contrariamente alla FED o alla BCE, la BoJ rimarrà sostanzialmente ferma”, sottolinea Orsi. L’esperto ricorda, inoltre, il continuo acquisto di quest’ultima sul mercato azionario giapponese (1,5% per anno della totale capitalizzazione di borsa). “Lo yen funge da bene rifugio nei momenti di instabilità dei mercati globali compensando le eventuali perdite del mercato azionario. Nel 2019, il vantaggio rispetto agli altri principali mercati azionari sarà la stabilità del Giappone. Dal canto nostro, puntiamo molto su questa asset class attraverso il fondo Oyster Japan Opportunities”, spiega il country head Italy.

Japanification, il futuro dei Paesi sviluppati?
Negli ultimi due anni l’economia europea ha cominciato a somigliare a quella giapponese ma persistono importanti differenze fra le due aree. “Per quanto riguarda il debito/PIL, il Giappone si attesta al 240% mentre la zona euro all’86% in riduzione. Bisogna comunque far notare che il dato di debito lordo non fornisce un messaggio completo”, ricorda Orsi. “Se si considerano gli attivi del bilancio giapponese, si nota che coprono ampiamente le passività. Forse oggi siamo più vicini a una ‘giapponificazione’ dell’Eurozona rispetto al passato, è per questo che non è da escludere che anche in quest’area i tassi rimarranno bassi per un periodo maggiore di quanto ci si aspetti”.

Anche a livello demografico i dati sono piuttosto simili. “Già 15-20 anni fa, il Giappone e le sue aziende hanno ridotto drasticamente la forza lavoro, spostando le strutture altrove (Stati Uniti e Asia sud-orientale per auto, Sud-est asiatico/Cina per altri beni di consumo). Questo periodo è finito e il Giappone adesso presenta un dato di disoccupazione pari al 2,5%. Sfortunatamente, è abbastanza probabile che l'Europa si trovi di fronte a ciò che il Giappone ha vissuto all'inizio del secolo”, commenta il country head.

Sei fattori per estrarre valore
In SYZ AM hanno identificato sei equity premia dai quali estrarre valore attraverso un approccio long–short: value, momentum, safety, size, management e quality. “La loro efficacia nel generare alpha esiste da molto tempo ed hanno dato buoni risultati di performance”, spiega Orsi. “Queste dipendono molto dal ‘behavioral financial attitude’: alcuni comportamenti si ripetono nel corso del tempo e favoriscono chi riesce a estrapolarne il potenziale premio”. A tal proposito, il responsabile di SYZ AM pone alcuni esempi legati ai primi tre fattori menzionati per fornire qualche elemento più concreto.

  • value: gli investitori tendono ad ignorare le azioni ‘noiose’ a basso P/E o P/BV e a favorire le azioni più alla moda;
  • momentum: l’investitore è influenzato dall’ ‘Herd Behavior’ che provoca trend di mercato riconoscibili;
  • safety: i normali investitori, non facendo uso di leva per aumentare il rischio in portafoglio, scelgono titoli high beta ed ignorano titoli low beta portando i prezzi dei primi al rialzo e mantenendo i premi dei secondi inespressi.

“Cerchiamo fattori che siano complementari ed aggiungano decorrelazione. Crediamo molto in questa soluzione di investimento, motivo per il quale abbiamo deciso di presentare al Salone il nostro Oyster Equity Risk Premia Global”, conclude Orsi.