Caroni (BCC Iccrea): “Il nostro? Un processo di selezione su step progressivi”

Daniele Caroni
Foto ceduta

Inflazione, politiche monetarie restrittive, rallentamento economico. Sono questi i temi che Daniele Caroni, responsabile finanza del gruppo BCC Iccrea, tocca quando gli si chiede un parere sull’andamento dei mercati nei prossimi mesi. Per l’esperto, in realtà, nei prossimi tre anni l’inflazione dell’area euro resterà ancora superiore all’obiettivo di medio periodo della Bce, perciò la stretta monetaria e il rialzo dei tassi non sono giunti al termine. “Un forte peso al riguardo è esercitato dal dato dell’inflazione core che si sta mostrando particolarmente resiliente in Europa (probabilmente a causa del risparmio accumulato dalle famiglie nel periodo pandemico), che ha ritardato il raffreddamento sui consumi che ci si poteva attendere in ragione della significativa crescita dei prezzi” dice.

Insomma, anche in banca Iccrea si attendono rischi al ribasso sulle prospettive di crescita economica. Eppure, nonostante il rallentamento c’è una tendenza positiva. “Pensiamo che il miglioramento degli spread governativi registrato nel corso del primo semestre sia un trend che possa trovare conferma anche nella seconda parte del 2023”, afferma. “Anche i credit spread del settore corporate europeo e statunitense hanno registrato un restringimento nel corso dell’anno, sebbene meno marcato rispetto al comparto governativo. I mercati finanziari dovrebbero quindi privilegiare il comparto fixed income rispetto a quello azionario che, alla luce dei livelli elevati raggiunti dai tassi free risk, ci aspettiamo debba esprimere un equity risk premium più apprezzabile per tornare ad essere maggiormente attrattivo”.

Asset allocation

In questo conteso, dunque, il mercato obbligazionario fa la parte del leone. “Nonostante la buona performance registrata fino ad oggi, il comparto azionario dovrà esprimere un dividend yield maggiore per tornare ad offrire un premio per il rischio attrattivo rispetto al settore obbligazionario”, commenta l’esperto. Va detto però che, benché il contesto non sembra favorevole per un sovrappeso del comparto azionario in termini di asset allocation strategica, Caroni si attende qualche movimento interessante: “assisteremo comunque a sedute tecniche positive dei listini ogni qual volta saremo in presenza di dati economici al ribasso rispetto alle attese sia sul lato dell’inflazione che della crescita. Tali dati, infatti, raffredderebbero le attese di ulteriori manovre rialziste da parte delle banche centrali, portando, almeno nel breve periodo, sollievo alle quotazioni azionarie in ragione di minori oneri finanziari da sostenere in futuro”.  

Processo di selezione

Sul fronte della selezione dei prodotti (Sicav, OICR o ETF) il responsabile finanza spiega come ci sia un processo articolato su step progressivi, governato da un team dedicato con specializzazioni cross-asset. “Nei modelli utilizzati, un primo screening ci porta ad escludere tutti gli strumenti che non rispondono a criteri ESG”, spiega Caroni. “Il secondo step ci porta a convergere su fondi che hanno, ciascuno per il rischio che si vuole assumere, un approccio direzionale, che rende l’investimento maggiormente governabile in termini di gestione del rischio: infatti eventuali hedging vengono effettuati attraverso l’utilizzo di derivati di copertura, sfruttando l’esperienza ventennale maturata servendo le esigenze di contenimento dei rischi finanziari delle nostre associate".

Inoltre”, continua Daniele Caroni, “i fondi selezionati ci permettono di ottimizzare un processo rigoroso di diversificazione andando a coprire quei mercati non raggiunti direttamente dalle nostre piattaforme operative, permettendo dunque una compressione dei rischi idiosincratici. Fondamentale in questa fase è l’analisi approfondita del look through dei fondi selezionati, che ci consente di avere una visione dettagliata dei comparti su cui andremo ad investire”. Infine, conclude l’esperto, “l’AuM dei fondi è una variabile che ha un peso determinante nel processo di selezione in quanto viene utilizzato per normalizzare le performance storiche degli stessi”.

Tratto dalla Rivista n. 76 di settembre.