Catalano (BancoPosta Fondi SGR): "L’inflazione è diventata il concorrente principale nelle scelte di investimento”

Fabio Catalano
Foto ceduta

La ricerca dell’eccellenza e della consistenza è la base da cui partire nel lavoro di selezione dei prodotti. Soprattutto nei momenti in cui il rischio idiosincratico di mercato è molto presente. Per Fabio Catalano, responsabile Fund selection di BancoPosta Fondi SGR, “dopo il peggior anno del secolo per i prodotti bilanciati, c’è un ritorno verso il carry dei fondi obbligazionari”. Ma la tendenza è ancora quella di essere abbastanza cauti rispetto al ciclo economico. “Non vedo un grande flusso di allocazione verso settori con credit spread più elevati”, dice. Allontanato il rischio di una crisi sistemica nel settore bancario, il focus torna sui dati macro. Il contesto induce ad essere difensivi sul credito di qualità inferiore mentre molte aree del mercato del reddito fisso di qualità superiore risultano investibili. “Il principale concorrente oggi è diventata l’inflazione” spiega Catalano. “Questo ha portato a riconsiderare prodotti a capitale protetto, a cedola, a investimento progressivo per offrire un’alternativa agli investitori”.

Asset class

Tornando alla ribalta dei bond, Catalano afferma che, lato investimenti, “rispetto ad un inizio anno in cui le attese per una fase di recessione erano imminenti, abbiamo assistito ad uno spostamento (in avanti) del rischio di almeno due trimestri. Nel frattempo, l’aspettativa sulla crescita degli utili è passata da negativa a positiva, soprattutto per quanto riguarda il 2024. Registriamo, da inizio anno, rendimenti positivi sulla parte obbligazionaria governativa area euro e sui governativi corporate area euro. L’obbligazionario internazionale invece, risulta ancora limitato, condizionato dal rafforzamento dell’euro”.

Altro fattore da tenere in considerazione è lo stile di investimento. “L’anno scorso la parte value dividend ha registrato più interesse, dopo tanti anni di performance legate al growth. Quest’anno penso che lo stile non farà una grossa differenza, o meglio, tutto dipenderà dall’inflazione: se elevata avremo un bias maggiore sul value, se in calo il bias sarà più sulla parte growth”. L’azionario, seppur non considerato in termini assoluti un’asset class appetibile per valutazioni complessive, resta comunque, a detta del professionista, l’asset class più stimolante, in considerazione della dispersione dei rendimenti potenziali; le stesse considerazioni possiamo farle per l’asset class obbligazionaria flessibile. Per questo è "importante affidarsi ad una gestione attiva globale", dice Catalano.

Metodo di selezione

Insieme al suo team composto da Francesca Minardi e Guido Rescia, il fund selector di BancoPosta Fondi SGR ha costruito in house un modello quantitativo e qualitativo di selezione. “Abbiamo circa 38 peer group nel nostro database. Non facciamo costruzione di portafoglio, quindi quello che ci interessa è offrire ai vari team di gestione una lista con tutte le asset class disponibili. Al momento abbiamo 190 prodotti, selezionati dopo attente analisi quantitative e qualitative che sono durate quasi un anno”. Parliamo di prodotti a gestione attiva, con liquidità giornaliera, che possono o meno integrare i criteri di sostenibilità nel loro processo di investimento. L’integrazione ESG nei processi di investimento viene rilevata attraverso un questionario ad hoc che determina un rating interno che viene aggiunto alle buy list come elemento informativo.

“Analizzando i nostri peer group, nel corso di quest’anno, abbiamo osservato uno spostamento dell’industria dalle strategie core a quelle crossover, che possono abbracciare sia il tematico tradizionale che sostenibile. In particolare, abbiamo rilevato come nel corso dell’ultimo anno siano stati lanciati oltre 700 prodotti tematici crossover. È un trend che porta a rielaborare l’universo degli investimenti. Attualmente, infatti, il rischio idiosincratico di mercato è molto presente nelle asset class core. “Con questa tipologia di prodotti che coinvolgono più aree e settori, invece, c’è una minor concentrazione di volatilità”, conclude l’esperto.

Leggi l'intervista anche sul magazine FundsPeople di giugno, n. 74