Sebbene permanga un quadro di incertezza, i mercati azionari nel corso dell’estate hanno recuperato le perdite subite a causa del lockdown. Che cosa fare ora?
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I mesi turbolenti di marzo e aprile, nel mezzo della pandemia Covid-19, hanno costretto molti gestori a rivedere le posizioni in portafoglio. Tuttavia, i mercati hanno dimostrato di sapersi riprendere molto velocemente. Abbiamo di fronte a noi un autunno molto caldo non solo per quanto riguarda i rischi connessi ad una seconda ondata del virus ma anche per l’incertezza sulle elezioni americane, per la Brexit e una ripresa economica che deve trovare conferme sia nel mondo sviluppato che in quello emergente. Quali sono state quindi le scelte di allocation dei gestori?
L’inizio di settembre ha smorzato gli entusiasmi estivi che avevano riportato i listini americani prima ai livelli
pre-Covid e successivamente a segnare nuovi massimi. "La nostra idea è che dopo una ripulita degli eccessi estivi su taluni titoli, alimentata da un frenetico acquisto di opzioni, i mercati si avviino verso una nuova fase, quella del ritorno ai fondamentali", spiega Piero Serafini, portfolio manager di Euromobiliare Advisory SIM. "Analizzando accuratamente gli indici, infatti, si intuisce che si è trattata di una ripresa a V solo per alcune
aziende che hanno dimostrato un’ottima resilienza, uscendo vincenti dalla pandemia, anche grazie ad
investimenti effettuati su temi ESG. Al contrario una gran fetta del mercato, più esposta alla congiuntura
economica, resta ancora molto lontana dai livelli pre-Covid. Il nostro compito sarà quello di comporre i
portafogli con un giusto mix di titoli growth, beneficiari di tassi reali bassi, e aziende con valutazioni
interessanti che possano trarre vantaggio da una ripresa economica sostenuta dai pacchetti fiscali stanziati dai governi".
Salvatore Bruno, senior portfolio manager di Generali Investments Partners, in un quadro di incertezza economica e di valutazioni non basse, preferisce un approccio prudente basato su un’attenta selezione di temi e settori. "Guardiamo temi quali l’energia pulita, come l’idrogeno che beneficierà di programmi di finanziamento comunitario; la mobilità sostenibile, dal rafforzamento ferroviario alle batterie elettriche per autoveicoli, il potenziamento delle infrastrutture pubbliche, la digitalizzazione. Diversi i settori coinvolti quali tecnologia, chimica o l’industria, e i titoli esposti si stanno comportando piuttosto bene. Non dimentichiamo gli aspetti tattici, ovvero settori fin qui molto penalizzati ma che beneficieranno dell’annuncio di un vaccino: trasporti, turismo e alcuni comparti del consumo".
Anima SGR, nel corso degli ultimi mesi ha posizionato i portafogli per cercare di trarre vantaggio dall’implementazione del Recovery Fund e sui settori-società in grado di affrontare meglio un contesto di distanziamento sociale. "Questo ci ha portato ad individuare alcuni trend tematici di lungo periodo", spiega Luigi Dompè, responsabile Azionario Italia di Anima SGR:
- Sviluppo di infrastrutture green, soluzioni alternative di mobilità, economia circolare ed efficienza energetica;
- Spinta alla transizione digitale, infrastrutture tecnologiche;
- Promozione di investimenti nella formazione e nei servizi sanitari. Il riflesso a livello settoriale è rappresentato dai sovrappesi nei settori utilities, telecom, tecnologia, fintech. Prudenza sulla parte più ciclica del mercato (industriali, lusso) in quanto crediamo che la ripresa dell’economia, rimarrà soggetta a vuoti d’aria che esigono prudenza nella loro gestione.
Dove investire?
Abbiamo attraversato un periodo senza precedenti, caratterizzato da una recessione completamente diversa rispetto ai normali cicli dell’economia e da un intervento massiccio da parte di Banche centrali e governi. Su quali società investire in un periodo di tale incertezza? "La ricetta è la stessa: guardiamo ai fondamentali e alle prospettive di crescita. Abbiamo avuto evidenza di settori che si sono rafforzati durante la crisi, come quelli legati alla tecnologia, alla connettività e ai processi di digitalizzazione. Si tratta di settori in cui l’aumento dei prezzi è supportato da una reale crescita dei fondamentali", spiega Nicolò Ravina, equity portfolio manager di Arca SGR.
"Più in generale, cerchiamo di posizionare il portafoglio su settori dove la crescita è strutturale e la sensibilità al ciclo economico è bassa. Quindi favoriamo settori come healthcare, food e utilities. Infine, poniamo particolare attenzione ai temi di sostenibilità, non perché valorizziamo l’etichetta fine a sé stessa, ma perché si tratta di società con un percorso di crescita ragionevolmente prevedibile, il cui sviluppo potrebbe essere accelerato dalle ingenti risorse stanziate prima a livello europeo e poi nazionale. Il passaggio fondamentale viene alla fine: scegliere le società con la migliore value proposition e la migliore combinazione tra valutazione e fondamentali".
Oltre ai settori è bene tenere sotto osservazione anche i vari segmenti del mercato. Negli ultimi tempi il premio di illiquidità si è notevolmente allargato. "I titoli più liquidi hanno visto un forte apprezzamento, mentre riteniamo ci sia ancora valore nel posizionare il portafoglio su alcuni titoli MTA/AIM appartenenti ai medesimi settori che hanno fatto meglio nei principali mercati, ma che, in questo segmento, presentano valutazioni ancora contenute, pur avendo prospettive di crescita anche migliori".
Fideuram Investimenti SGR ha un modesto sovrappeso azionario concentrato sui mercati europei basato su uno scenario di recupero dell’attività economica, di sostegno della politica economica e da un’evoluzione dei contagi che non determina situazioni di lockdown generalizzati. "Le valutazioni sono care in assoluto ma attraenti in termini relativi rispetto ai titoli di stato. C’è però polarizzazione tra valutazioni e posizionamento delle componenti tecnologiche USA e difensive rispetto ai segmenti value e ciclici. I primi, sostenuti da maggiore crescita degli utili e dal ribasso dei tassi di interesse, hanno beneficiato di una espansione delle valutazioni a livelli in cui il gap con il resto del mercato è molto elevato. Questo suggerisce di mantenere il sovrappeso azionario concentrato in Europa, con gli USA neutrali. Siamo sottopesati negli emergenti", conclude Luca Vaiani, responsabile Investment Strategy di Fideuram Investimenti SGR.